Padre Pio

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Dialogo, Dolore, Fede, Giustizia, Guerra, Male, Metafore del nostro tempo, Morte, Politica-Società, Povertà-Emarginazione, Storia, Tematiche religiose, Violenza
Genere
Bellico-drammatico, Biografico, Drammatico, Storico
Regia
Abel Ferrara
Durata
104'
Anno di uscita
2024
Nazionalità
Germania, Italia
Titolo Originale
Padre Pio
Distribuzione
RS Productions
Soggetto e Sceneggiatura
Maurizio Braucci, Abel Ferrara
Fotografia
Alessandro Abate
Musiche
Joe Delia
Montaggio
Leonardo Daniel Bianchi
Produzione
Maurizio Antonini, Philipp Kreuzer, Diana Phillips. Casa di produzione: Maze Pictures, Interlinea Film e Rimsky Productions, Carte Blanche,

Presentato nella sezione Giornate degli Autori - 79a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia (2022) e al 70° Taormina Film Festival (2024))

Interpreti e ruoli

Shia Labeouf (Padre Pio), Marco Leonardi (Gerardo), Vincenzo Crea (Luigi), Salvatore Ruocco (Vincenzo), Asia Argento (Tall Man), Luca Lionello (Silvestro), Cristina Chiriac (Giovanna)

Soggetto

Gargano 1920, dopo la Grande guerra si consuma un duro scontro di rivendicazione mosso da istanze socialiste. I lavoratori agricoli reclamano più diritti, ma l’ordine politico reggente reprime con i fucili il dialogo. In quei confusi e tragici eventi, Padre Pio compie i primi gesti miracolosi sperimentando al contempo i tormenti del Male, allucinazioni e tentazioni...

Valutazione Pastorale

“Questo non è un film sui miracoli, bensì su un uomo, Francesco Forgione. Un visionario fin dall’infanzia, un giovane inquieto e dubbioso che lotta per trovare la sua vocazione e il suo posto agli occhi del suo Signore. Ed è un film sul suo arrivo a San Giovanni Rotondo, sulle montagne del Gargano, un luogo di povertà, malattie, disordini politici”. Così nelle note di regia Abel Ferrara presentando il suo ultimo lavoro “Padre Pio”, presentato alla 79a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia e al 70° Taormina Film Festival. Il noto autore newyorkese, classe 1951, nel corso di oltre quarant’anni di carriera ci ha abituati a opere di grande tensione e inquietudine, ma anche a lampi di senso. Tra i suoi titoli più incisivi “Il cattivo tenente” (“Bad Lieutenant”, 1992) con Harvey Keitel. Nel suo peregrinare creativo, nei suoi incontri-scontri con la vita, il mondo e il mistero, Ferrara ha sentito l’esigenza di confrontarsi con la figura del santo di Pietrelcina, proponendolo attraverso uno sguardo personale, non scontato e lontano dal facile biografico. A scrivere il copione il sempre bravo Maurizio Braucci, che ha firmato titoli di grande richiamo per temi civili e sociali: “Gomorra” (2008), “La paranza dei bambini” (2019), “Martin Eden” (2019) e “Palazzina Laf” (2023). La storia. Gargano 1920, dopo la Grande guerra si consuma un duro scontro di rivendicazione mosso da istanze socialiste. I lavoratori agricoli reclamano più diritti, ma l’ordine politico reggente reprime con i fucili il dialogo. In quei confusi e tragici eventi, Padre Pio compie i primi gesti miracolosi sperimentando al contempo i tormenti del Male, allucinazioni e tentazioni. Il lavoro di Abel Ferrara esplora le direttrici della Storia e gli orizzonti della fede. Si accosta alla figura di Padre Pio con rispetto, scandagliandone soprattutto le “zone d’ombra”, i momenti di visioni e tentazione da parte del Male, sino alla comparsa delle prime stigmate. Con efficacia l’attore Shia LaBeouf (“Borg-McEnroe”, “Megalopolis”) si mette a servizio del personaggio dosando espressività e gestualità. Un lavoro acuto, prudente e misurato. A ben vedere, lo sguardo su Padre Pio è la parte più riuscita del progetto; i raccordi storici, i tormenti sociali della comunità del tempo, risultano un po’ insistiti e didascalici. Consigliabile, problematico, per dibattiti.

Utilizzazione

Per la complessità dei temi in campo, il film richiede un pubblico adulto e di adolescenti accompagnati.

Le altre valutazioni

Sfoglia l'archivo
Ricerca Film - SerieTv
Ricerca Film - SerieTV