
Orig.: Russia (2016) - Sogg.: dall'opera teatrale "Martyr" di Marius von Mayenburg - Scenegg.: Kirill Serebrennikov - Fotogr.(panoramica/a colori): Vladislav Opelyants - Mus.: Ilya Demutsky - Montagg.: Yury Karikh - Dur.: 118' - Produz.: Hype Film - 69^ FESTIVAL DI CANNES 2016 SEZIONE "UN CERTAIN REGARD" CONCORSO.
Interpreti e ruoli
Petr Skvortsov (Veniamin), Aleksandr Gorchilin (Grigoriy), Aleksandra Revenko (Lidia), Vktoriya Isakova (Elena Lvovna), Julia Aug (madre di Veniamin), Svetlana Bragarnik (Preside), Anton Vasiliev (insegnante di educazione fisica), Irina Rudnitskaya . (insegnante di storia)
Soggetto
Veniamin, studente liceale, esplica durante l'orario di scuola la propria crisi mistica. Citando ad ogni passo la Bibbia, dichiara la propria contrarietà al fatto che le ragazze partecipino al corso di nuoto in bikini, contesta la teoria dell'evoluzione naturale, accusa e minaccia in modo esorbitante e senza ritegno...
Valutazione Pastorale
All'origine c'è il testo teatrale di Marius von Mayenburg, e si tratta certo di una piece dai forti contenuti apocalittici e da fine del mondo. La messa in scena cinematografica si segnala per un'impaginazione serrata e stringente ma la scelta di far apparire in sovraimpressione la citazione dei brani di riferimento più che incidere distoglie l'attenzione dal nucleo della dialettica drammatica. A lungo andare quelle di Veniamin appaiono più delle intemerate esagerazioni che ragionamenti frutto di una attenta speculazione. Certo c'è lo scarto della giovane età, e il ragazzo si propone come il prototipo di una generazione europea che, all'indomani del crollo del muro di Berlino, vive la realtà di un mondo, quello 'oltre cortina', ormai del tutto scollegata e sconnessa dai grandi circuiti sociali, risultato di un pensiero debole e incapace di difendersi. Quella di Veniamin è una febbre nervosa che diventa rabbia furente e incontrollata, desiderosa di aggredire tutto e tutti, malata quando coinvolge un amico più giovane e lo esorta a pensieri vendicativi. Appunto sul versante del rapporto interpersonale, l'agire di Veniamin cade in una profonda incapacità di ragionare di capire. Così il tentativo di trovare una soluzione è vanificato dal vuoto di alternative e di soluzioni. In conclusione questo Veniamin, e il regista che lo propone, ottengono il risultato di sbandare pericolosamente sulla deriva del non tollerabile, e di una confusione che per essere 'mistica' sconta troppi passaggi a vuoto, troppi momenti di inutile incertezza. Resta la non esemplare impressione di un testo duro oltre il necessario e in più momenti artificioso e privo di una forte conclusione. Più è citato, più il dato biblico è evanescente, lontano da una parvenza di verità e dalla soglia del perdono e della misericordia. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e in successive occasioni come avvio ad una riflessione sullo stato di salute del sentire religioso, nelle sua confusione mistico-esaltata propria delle più recenti generazioni dell'Est Europeo.