PENSIERI PERICOLOSI *

Valutazione
Accettabile-riserve, Problematico, Dibattiti
Tematica
Donna, Giovani, Scuola
Genere
Drammatico
Regia
John N. Smith
Durata
100'
Anno di uscita
1996
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
DANGEROUS MINDS
Distribuzione
Buena Vista International Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Ronald Bass tratto dal romanzo "My Posse Don't Do Homework" di Louanne Johnson
Musiche
Wendy Mel
Montaggio
Tom Rolf

Sogg.: tratto dal romanzo "My Posse Don't Do Homework" di Louanne Johnson - Scenegg.: Ronald Bass - Fotogr.: (panoramica / a colori) Pierre Letarte - Mus.: Wendy Mel-voin, Lisa Coleman - Montagg.: Tom Rolf - Dur.: 100' - Produz.: Don Simpson, Jerry Bruckheimer

Interpreti e ruoli

Michelle Pfeiffer (Louanne Johnson), George Dzundza (Hal Griffith), Courtney B. Vance (Preside Grandey), Wade Dominguez (Emilio Ramirez), Robin Bartlett (Carla Nichols), Bruklin Harris (Callie Roberts), Lorraine Toussaint, Beatrice Winde, Renoly Santiago

Soggetto

Ex marine, divorziata e con un bambino morto nella memoria, Louanne Johnson con l'aiuto dell'amico e collega Hal Griffith ottiene un incarico di assistente per insegnare lettere in una scuola californiana diretta dal preside Grandey. Le viene affidata una classe, considerata la più diffici-le, perché composta soprattutto da chicanos di ambo i sessi, indisciplinati al massimo e menefreghisti: il loro leader è Emilio Ramirez, il più fiero e sco-stante, ma anche il più intelligente. La sfortunata Louanne si trova così in un vortice di teppisti, sbeffeggiata ed umiliata. Ma non demorde e cambia il programma scolastico davanti ad un muro di ostilità, cercando la chiave migliore il pensiero di vari poeti ed il significato stesso della poesia per aprire i cuori degli allievi. I ragazzi diffidano, vengono tutti o quasi da fami-glie disastrate o assenti, sono poveri e sfiduciati, per cui i metodi pedagogici normali si sono rivelati insufficienti, se non falliti in partenza. L'insegnante usa tutti i mezzi perfino lusinghe e piccoli premi per fare breccia non solo nella simpatia e nei cuori, ma in menti che il sistema scolastico americano sembra ignorare. Improvvisamente un giorno Emilio viene ucciso in uno scontro con la polizia ed una delle alunne, Callie Roberts, rimane incinta. L'insegnante Johnson coglie il lato umano delle situazioni e partecipa al dolore e al disorientamento di tutti con la propria sensibilità ai fatti della vita, nonostante i richiami del preside Grandey e della amministratrice Carla Nichols. Ma il generoso e coraggioso piano di Louanne fallisce e lei lascia l'insegnamento. Forse però qualcosa di solido e positivo è rimasto in quei giovani sfortunati e sbandati: hanno capito che solo con la cultura potranno imboccare la strada del riscatto. La donna li ha compresi, si è interessata a loro, gettando semi preziosi e fruttiferi in condizioni ardue.

Valutazione Pastorale

Il film è drammatico e si ispira al libro "My Posse Don't Do Homework" di Louanne Johnson e delle sue dure esperienze di docente. Evidente è lo scopo di richiamare l'attenzione di famiglie e società sui problemi e la psicologia di giovani niente affatto ottusi, ma di ambienti poveri e con personalità già turbate, comunque mancanti della minima disci-plina, per i quali, a quanto pare, il sistema vigente in America non offre tutte le risorse e cure che dovrebbe approntare. D'altro canto, tutta la parte peda-gogica offre il fianco a dubbi e riserve. Infine, se la vera Johnson si com-portò come qui si vede, Michelle Pfeiffer appare in sostanza generosa, ma debole e anche poco sicura nel dominare un gruppo di scatenati, perfino discutibile per quella sua manìa di distribuire piccoli premi ed inviti a cena. Ne consegue una certa artificiosità nei reciproci rapporti, senza parlare poi dell'errore pratico ed organizzativo sul piano scolastico di confinare "tutti i peggiori" in una unica sezione. Si potrebbe anche pensare che la sola porta di uscita possibile e prevedibile non sia per tanti giovani sfavoriti né la volonta, né la cultura, né la speranza, bensì l'inerzia, la violenza e la morte stessa. Una riflessione, questa, tropppo amara e cruda per essere tollerabile. Quanto a Michelle Pfeiffer è vero che il suo era un ruolo ingrato giostrandosi discretamente fra un colpo di karate e pagine di poeti conosciuti, ma è pure chiaro che altre sue interpretazioni hanno conseguito una presa assai più vali-da. Sceneggiatura e montaggio pregevoli.

Le altre valutazioni

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