PEOPLE I KNOWN

Valutazione
Discutibile, Problematico, dibattiti
Tematica
Amicizia, Droga, Malattia, Politica-Società, Potere
Genere
Drammatico
Regia
Dan Algrant
Durata
92'
Anno di uscita
2002
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
People j know
Distribuzione
CDI-Medusa Film
Musiche
Terence Blanchard
Montaggio
Suzy Elmiger

Orig.: Stati Uniti (2001) - Sogg. e scenegg.: Jon Robin Baitz - Fotogr.(Panoramica/a colori): Peter Deming - Mus.: Terence Blanchard - Montagg.: Suzy Elmiger - Dur.: 92' - Produz.: Michael Nozik, Leslie Urdang, Karen Tenkhoff.

Interpreti e ruoli

Al Pacino (Eli Wurman), Kim Basinger (Victoria Gray), Ryan O'Neil (Cary Launer), Tea Leoni (Jilli), Richard Schiff (Elliot Sharansky), Bill Nunn (Lyle Blunt), Robert Klein (Sandy Napier), Mark Webber (Ross)

Soggetto

Eli Wurman ha alle spalle una lunga carriera nel settore delle pubbliche relazioni, durante la quale ha manovrato la vita pubblica di personaggi ricchi, famosi e potenti. Provato dall'alcool e dalla malattia, Eli non può però fare a meno di correre in soccorso di Cary Launer. Il famoso attore si trova nei guai a causa di un'attricetta, Jilli. Cary chiede a Eli di andarla a prendere all'aeroporto, accompagnarla in albergo e tenerla lontano da lui. Eli esegue, la porta in stanza poi, intontito, si addormenta. Quando si sveglia, trova Jilli morta, stroncata da un'overdose, ma si allontana senza aver bene chiaro cosa sia successo. Il giorno dopo Eli va a pranzo con Vicky, vedova del fratello, che lo esorta a cambiare finalmente vita. Eli organizza una grande festa per raccogliere fondi, alla quale intervengono tutti i più importanti nomi cittadini, tra cui anche Cary. Sulla morte di Jilli cadono veti e reticenze. Sapendo di esserne coinvolto, Eli ad un certo punto scappa dalla festa insieme a Vicky. Lei lo convince a lasciare la città. Si baciano. Eli dice che vuole andare a casa a prendere il bagaglio. Ad un'edicola un uomo lo avvicina, e gli fa un'iniezione. Eli arriva a casa, si siede sul divano. Alla TV la sua festa viene elogiata, ma lui ormai é morto. Il telefono squilla invano.

Valutazione Pastorale

Nella prima parte il protagonista si presenta con atteggiamenti dimessi, trascurati, disincantati al limite dell'irritante e del fastidioso. Deve passare una buona fetta di racconto prima che cominci a delinearsi la sua parabola discendente e che Eli possa essere identificato come colui che, dopo aver fatto per tutta la vita il cinico, é ora vinto da quello stesso cinismo, cerca di venirne fuori ma capisce che é troppo tardi e in qualche modo si rassegna al destino di morte che lo attende. Un ritratto riuscito proprio nel proporsi come sgradevole e scostante, nella gestualità lenta e faticosa, nella voce roca. L'ipocrisia di una certa società newyorchese fatta di lustrini e di colpe nascoste emerge con chiarezza ed è fortemente denunciata. Certo il copione é attraversato da molta amarezza, realistico per certi versi ma improntato ad una evoluzione che sembra lasciare poche speranze di cambiamento. Evitando comunque di cadere in toni manichei o moralistici, il film offre spunti non banali di riflesione e, dal punto di vista pastorale, é da valutare come discutibile, problematico ed é adatto a dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, e recuperato in occasioni mirate sui temi del rapporto vita pubblica/vita privata. Attenzione per i minori in caso di passaggi televisivi.

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