Orig. : Francia (1998) - Sogg. e scenegg. : Claude Lelouch - Fotogr. (Scope / a colori) : Pierre-William Glenn - Mus. : Francis Lai - Montagg. : Helene de Luze - Dur. : 120' - Produz. : Les Films 13, TF1 Film Productions, Sda Productions con la partecipazione di UGC Images, Neuilly Productiones, FCC.
Interpreti e ruoli
Alessandra Martines (Myriam Lini), Pierre Arditi (Pierre Turi), Marc Hollogne (Marc Deschamps), Laurent Hilaire (Laurent), Veronique Moreau (Catherine), Patrick Labbè (Michel Bonhomme), Geoffrey Holder (Gerry)
Soggetto
Myriam, giovane stella italiana della danza, conduce una vita piena di soddisfazioni. Il successo la porta in giro per il mondo e ovunque é apprezzata e applaudita. Una cosa però le manca, la più difficile da avere e conservare: l'amore. Ha un bambino, ma il padre muore e lei si ritrova sola, con molti dubbi anche riguardo alla propria carriera. Incontra Pierre e con lui, allegro ed estroverso, pensa di poter cominciare una nuova vita. Ma anche la felicità con Pierre é destinata a non durare. E mentre comincia a viaggiare da una parte all'altra dell'oceano alla ricerca dei luoghi della sua vita spensierata, Myriam smarrisce una telecamera col nastro, che viene trovata da Marc, il quale é colpito dall'immagine della donna e si mette alla sua ricerca. E' un inseguimento che passa attraverso incontri e appuntamenti mancati, e che finisce con l'essere affidato solo all'ambiguità del video. Infine Myriam, stanca di correre senza una meta precisa, decide di lasciarsi andare agli eventi, tornando nell'unico luogo dove sa di trovare accoglienza: la casa di famiglia, in Italia, dove l'abbracciano il padre e il fratello.
Valutazione Pastorale
Si tratta di uan commedia incentrata sul contrasto felicità/infelicità. Ha detto il regista, il 'veterano' Claude Lelouch: "Le persone più degne di stima sono quelle che riescono a resistere alla tragedia. Credo che la felicità non si possa definire, é il termine della sofferenza. Questo é il tema: se si vuole raggiungere la felicità, non si deve avere paura del dolore. In questo le donne sono maestre". Tema senz'altro importante, che Lelouch svolge come fa ormai da oltre trent'anni, ossia con un intreccio di situazioni apparentemente casuali che modificano l'esistenza di una persona. Lo stile narrativo è sempre quello, affidato ad immagini ariose e svolazzanti, con un occhio al passato (il teatro delle ombre) e uno al futuro (la videocamera come oggetto domestico che cambia le abitudini). L'invito ad andare avanti comunque, senza farsi schiacciare dalle avversità è sincero e come tale va accolto. Film positivo quindi, dal punto di vista pastorale, anche se, in generale, un po' velleitario nella pretesa di minimizzare il tutto come se fosse un gioco per bambini.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria come prodotto ben confezionato, ben supportato da fotografia e musiche. E' da recuperare nell'ottica di tematiche quali: la donna, la famiglia, il rapporto tra vecchi e nuovi strumenti di comunicazione sociale.