PINA

Valutazione
Consigliabile, Realistico
Tematica
Danza
Genere
Documentario
Regia
Wim Wenders
Durata
103'
Anno di uscita
2011
Nazionalità
Germania
Distribuzione
Bim Distribuzione
Musiche
Thom Hanreich
Montaggio
Toni Froschhammer

Orig.: Germania (2011) - Sogg. e scenegg.: Wim Wenders - Fotogr. (Panoramica/a colori): Hélène Louvart, Jorg Widmer - Mus.: Thom Hanreich - Montagg.: Toni Froschhammer - Dur.: 103' - Produz.: Wim Wenders, Gian Piero Ringel.

Soggetto

Da una parte ci sono le riprese dal vivo di quattro lavori di Pina Bausch, durante spettacoli che registravano il tutto esaurito in sala. Dall'altra Wenders segue il corpo di ballo quando esce dallo spazio teatrale e va in città, per le strade e altri luoghi di Wuppertal. Ad intercalare i due momenti, ecco dichiarazioni di omaggio alla Bausch da parte dei componenti del gruppo di artisti.

Valutazione Pastorale

Dopo la morte improvvisa di Pina Bausch, avvenuta nell'estate del 2009 durante la preparazione delle riprese, Wenders è stato costretto a ripensare completamente la sua idea iniziale del film. Quello che è stato realizzato è dunque non un film 'su' ma 'per' Pina Bausch, utilizzando peraltro le coreografie che avevano scelto insieme. Wenders poi ha scelto il 3D per dare alle immagini la plasticità necessaria a trasmettere le emozioni che escono dalla scena. La coreografa tedesca, che aveva assunto la direzione del Wuppertal Theater nella stagione 1973-74, ha sviluppato una forma di spettacolo innovativa, ha ridefinito il concetto di danza, costruendo una forma di lavoro aperta che incorpora e ridefinisce i confini tra teatro, balletto classico, musica, rapporto corpo/spazio. Si creano immagini e situazioni che esplorano a fondo la condizione umana. Bisogna dire che le coreografie inseguono una ricerca di linguaggio e una estetica espressiva di non immediata percezione. Si richiedono attenzione, concentrazione e la capacità di lasciarsi totalmente andare al flusso onirico delle invenzioni: e ci si indirizza a chi già ha conoscenza della protagonista. Wenders riprende con mestiere, qua e là quasi addolorato di aver dobuto realizzare il prodotto senza la sua ispiratrice. Ma l'omaggio resta ed era oppportuno. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile e realistico nella confezione calata nel concreto dei fatti accaduti (storia, cronaca, città...).

Utilizzazione

Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e, forse più oppportunamente in occasioni mirate, per parlare dell'evoluzione della danza e del rapporto cinema/arti visive.

Le altre valutazioni

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