PLACIDO RIZZOTTO

Valutazione
Discutibile, realistico
Tematica
Mafia, Politica-Società, Storia
Genere
Drammatico
Regia
Pasquale Scimeca
Durata
110'
Anno di uscita
2000
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Istituto Luce
Musiche
Agricantus
Montaggio
Babak Karimi

Orig.: Italia (2000) - Sogg. e scenegg.: Pasquale Scimeca - Fotogr.(Scope/a colori): Pasquale Mari - Mus.: Agricantus - Montagg.: Babak Karimi - Dur.: 110' - Produz.: Arbash film in collaborazione con RAI Cinema.

Interpreti e ruoli

Marcello Mazzarella (Placido Rizzotto), Vincenzo Albanese (lo sciancato), Carmelo Di Mazzarelli (Carmelo Rizzotto), Gioia Spaziani (Lia), Franco Catalano, Biagio Barone, Arturo Todaro, Giuseppe Gennusa.

Soggetto

Finita la seconda guerra mondiale, il giovane Placido Rizzotto fa ritorno al proprio paese, Corleone in provincia di Agrigento. I contadini traggono l'unico sostentamento dal lavoro duro nei campi, ma sui terreni le famiglie mafiose esercitano un controllo quasi totale, favorendo i grandi proprietari terrieri e impedendo ai lavoratori di gestire in proprio l'attività. Ben presto Placido capisce che é opportuno impegnarsi direttamente per cercare di cambiare qualcosa in questa situazione. Mentre il padre cerca di dissuaderlo e si fa accompagnare al lavoro nei campi, Placido comincia a frequentare la locale Camera del Lavoro e a spronare i contadini all'azione. Nel frattempo ritrova Lia, la ragazza che lo ha aspettato e che a sua volta, presa dalla paura, gli chiede di scappare insieme. Il 10 marzo 1948 Placido guida i contadini all'occupazione delle terre. Poi Luciano Liggio, detto lo sciancato, entra in casa di Lia e, con la complicità della madre di lei, la violenta. Quella sera stessa, mentre percorre le strade di Corleone, Placido scompare nel buio. A casa i genitori lo aspettano invano. La mattina dopo il vecchio padre Carmine va dai carabinieri a denunciare la scomparsa. Cominciano indagini difficili tra omertà e depistaggi. Altre morti violente si succedono.Finché Pasquale Criscione, un gregario, comincia a raccontare i fatti. Seguono altre confessioni, in seguito alle quali vengono arrestati alcuni colpevoli, tra cui Luciano Liggio. Poco tempo dopo, finito un comizio, Pio La Torre, sindacalista, vede il capitano dei carabinieri che ha condotto le indagini e va a ringraziarlo: é Carlo Alberto Dalla Chiesa.

Valutazione Pastorale

Nei titoli di coda viene ricordato che il corpo di Placido Rizzotto non é mai stato trovato, e che i processi agli arrestati si sono protratti per lunghi anni senza mai arrivare ad una conclusione convincente. Fatti, luoghi e personaggi, come si sa, sono autentici. Realismo,dunque, stretto e incalzante quasi documentaristico, da un lato. Dall'altro, la dichiarazione del regista Scimeca: "Quello che ho cercato di cogliere é la frattura che si determina tra le generazioni in certe particolari condizioni della storia (guerre, rivoluzioni, sommovimenti sociali). E così Corleone diventa il palcoscenico, il grande teatro dell'umanità derelitta. E la recita non può che finire in tragedia...E in questa tragedia si stempera la vita, la passione, l'amore, l'amicizia e la morte che raccontiamo nel film sul sindacalista di Corleone Placido Rizzotto...". Quindi il tentativo di aprirsi ad una Storia più ampia, ad una dimensione sociale più generale e senza confini. Affidato, questo tentativo, alla presenza del vecchio padre che,alla maniera degli antichi cantastorie, racconta in flashback gli eventi con l'aiuto di cartelli disegnati. E' proprio l'accostamento tra realtà e favola a creare frattura e perplessità. Nel mostrare una fase di un fenomeno fortemente negativo come la mafia, che oggi non é stato ancora debellato, Scimeca descrive il dramma ma non la passione della denuncia. La stretta di mano finale tra due future vittime della stessa mafia suona più come un'ammissione di impotenza che non come un appello al cambiamento. Fatti salvi però gli indubbi buoni propositi del regista, se ne conclude che il film non è sempre chiaro e in qualche passaggio non risolto, non compiuto. Dal punto di vista pastorale, la valutazione é quella del discutibile, e realistico: la 'verità' dei fatti rimane la nota prevalente della storia. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria. Da recuperare in molte occasioni, anche scolastiche, sui temi della storia italiana, di cinema e impegno civile, del cinema italiano di denuncia.

Le altre valutazioni

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