PRIGIONE DI VETRO

Valutazione
Accettabile, semplicistico
Tematica
Adolescenza, Famiglia
Genere
Thriller
Regia
Daniel Sackheim
Durata
101'
Anno di uscita
2002
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
The glass house
Distribuzione
Columbia Tristar Films Italia
Musiche
Christopher Young
Montaggio
Howard E.Smith

Orig.: Stati Uniti (2001) - Sogg. e scenegg.: Wesley Strick - Fotogr.(Scope/a colori): Alan Kivilo - Mus.: Christopher Young - Montagg.: Howard E.Smith - Dur.: 101' - Produz.: Neal H.Moritz.

Interpreti e ruoli

Lelee Sobieski (Ruby), Diane Lane (Erin), Stellan Skarsgard (Terry), Trevor Morgan (Rhett), Bruce Dern (Alvin), Kathy Baker (Nancy), Trevor Morgan, Michael O'Keefe

Soggetto

Morti i genitori in un incidente, la giovane Ruby e il fratello piccolo Reth vengono affidati da Alvin, legale dei beni di famiglia, ad una coppia di amici, Erin medico e Terry uomo d'affari. I due vivono in una grande villa con supporti in vetro posizionata su un promontorio di fronte all'oceano. Tra Erin e Terry le liti sono frequenti. Erin assume spesso droghe, ma Terry dice che è costretta a prenderle perchè soffre di diabete. Nel garage della ditta dove lavora Terry, Ruby vede una macchina simile a quella che avevano i genitori, poi trova una cartolina inviata dallo zio Jack. Mettendo insieme alcuni indizi, Ruby accusa Terry di avere manomesso i freni della macchina dei genitori. Terry reagisce con forza e sequestra Ruby, tenendola in narcosi. Erin intanto, cui era stata tolta la licenza di medico, muore per i troppo farmaci presi. Alla villa arrivano gli strozzini per esigere dei pagamenti da Terry. Alvin viene ucciso, Terry scappa in auto con i ragazzi. L'inseguimento finisce con un incidente, in cui sembrano morire tutti, tranne Ruby e Rhett. Terry però si riprende, chiede aiuto ma stavolta Ruby mette in moto la macchina e lo investe. Arriva lo zio dei ragazzi e li porta a casa.

Valutazione Pastorale

Si tratta di un thriller più avventuroso che autenticamente drammatico. Il racconto è senz'altro ben costruito secondo l'ottica del prodotto medio: sufficiente suspence, buone atmosfere, situazione spesso osservate dalla parte dei due ragazzi, con la verità che si affaccia piano piano ai loro occhi. Per certi versi prevedibile, per altri esageratamente inverosimile, la storia va avanti senza avere pretese di fornire indicazioni o di tracciare morali. Prevale il carattere di un film palesemente commerciale, comunque corretto, costruito per indicare una via d'uscita a situazioni di pericolo e di rischio. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come accettabile, e nell'insieme del tutto semplicistico. UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, con preferenza per appassionati di un genere di thriller che sfiora il "B-movie".

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