PROVA A INCASTRARMI

Valutazione
Accettabile-riserve, Problematico, dibattiti
Tematica
Famiglia, Gangster, Giustizia, Mafia, Storia
Genere
Drammatico
Regia
Sidney Lumet
Durata
125'
Anno di uscita
2006
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Find Me Guilty
Distribuzione
Medusa Film
Musiche
Jonathan Tunick
Montaggio
Tom Swartwout

Orig.: Stati Uniti (2006) - Sogg. e scenegg.: Sidney Lumet, T.J. Mancini, Robert McCrea - Fotogr.(Panoramica/a colori): Ron Fortunato - Mus.: Jonathan Tunick - Montagg.: Tom Swartwout - Dur.: 125' - Produz.: Vin Diesel, Bob De Brino, Robert Greenhut, Sidney Lumet, T.J. Mancini, George Zakk.

Interpreti e ruoli

Vin Diesel (Giacomo 'Jackie' Di Norscio), Annabella Sciorra (Bella Di Norscio), Peter Dinklage (Ben Klandis), Alex Rocco (Nick Calabrese), Linus Roache (Sean Kierney), Ron Silver (Richter Finestein), Paul Borghese (Gino Mascarpone), James Biberi (Frank Brentano), Rita Branch (Juror), Jeff Chena (Chena), Raul Esparza . (Tony Compagna)

Soggetto

A New York, dopo anni di indagini, venti componenti della famiglia Lucchese compaiono in tribunale con a carico ben 76 capi di imputazione. Il nome di spicco é quello di Giacomo Di Norscio, detto "Jackie Dee", già in carcere con una condanna a trent'anni. A Jackie Dee viene proposto un patteggiamento: abbreviare questa condanna in cambio di una testimonianza contro alcuni suoi amici ora alla sbarra. Quando cominciano le udienze, Jackie chiede e ottiene di essere allo stesso tempo imputato e avvocato difensore di se stesso. A cavallo tra il 1987 e il 1988, il processo dura 21 mesi. Jackie Dee si impegna in arringhe difensive lunghe e articolate, raccontando episodi, facendo domande ad altri, ridendo, sfottendo, piangendo. Alla fine la corte lo dichiara 'non colpevole'. E lui, assolto da una parte, rientra in carcere per sfinire di scontare la condanna precedente.

Valutazione Pastorale

I fatti sono veri, e la sceneggiatura é stata scritta sulla base degli autentici verbali processuali. Cinema d'intervento, dunque, nel quale l'82enne Sidney Lumet ritrova il clima che ispirò nel 1959 la sua opera prima "La parola ai giurati". L'anziano regista fa vedere di muoversi ancora con agilità tra aule, banchi, avvocati e giudici. Le atmosfere sono restituite con esattezza, e il ritmo resta costante, teso e dinamico. Può certamente dispiacere osservare lo strafottente atteggiamento di Jackie Dee, il suo muoversi come se fosse sicuro di farla franca in ogni caso; e quel finale in cui si lascia andare a esultanza e contentezza. Un processo-farsa? Non é detto. E' che il diritto americano si basa su fondamenti molto diversi da quello italiano, e una singola pagina non va confusa con un quadro più generale. Del resto i processi di mafia raramente conducono ad esiti soddisfacenti. Il film comunque è robusto e, sia pure con qualche riserva, dal punto di vista pastorale é da valutare come accettabile, problematico e adatto per dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, e in occasione di rassegne sul rapporto cinema/aule giudiziare, o cinema/mafia, anche nel raffronto tra Stati Uniti e Italia. Qualche attenzione é da tenere per i più piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

Le altre valutazioni

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