PROVE D’ACCUSA

Valutazione
Inaccettabile, fuorviante
Tematica
Movimenti e sette
Genere
Drammatico
Regia
Erin Dignam
Durata
96'
Anno di uscita
1997
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
LOVED
Distribuzione
Filmauro
Soggetto e Sceneggiatura
Erin Dignam
Musiche
David Baerwald
Montaggio
Gillian Hutshing

Sogg. e Scenegg.: Erin Dignam - Fotogr.: (Scope/a colori) Reynaldo Villalobos - Mus.: David Baerwald - Montagg.: Gillian Hutshing - Dur.: 96' - Produz.: Philippe Caland, Sean Penn

Interpreti e ruoli

William Hurt (K.D.Deitrickson), Robin Wright Penn (Hedda Amerson), Amy Madigan (Brett Amerson), Lucinda Jenney (Kate Amerson), Paul Dooley. (Leo Amerson), Jennifer Rubin (Debra Gill), Joanna Cassidy (Eleonore Amerson), Michael Tomlinson (Gibson Strickland), Sean Penn, Latanya Richardson, Anthony Lucero.

Soggetto

Un uomo è accusato di aver abusato di tre donne: una è morta, un’altra è costretta sulla sedia a rotelle, la terza è rimasta profondamente scossa a livello psico-fisico. L’avvocato Deitrickson fa del suo meglio per dimostrare che l’uomo accusato è colpevole sia della morte che dell’abuso delle sue ex-amanti. Una delle vittime, Hedda, è chiamata in causa per spie-gare la sua convivenza con l’uomo e il loro strano legame d’amore. Hedda dice di non sentirsi una donna abusata, l’avvocato vuole dimostrare che c’è stato un plagio psicologico. Tra Hedda e l’avvocato si instaura a poco a poco un rapporto profondo, che va oltre l’aula del tribunale. Ad una nuova udien-za, Hedda confessa che cercava da tempo una persona da amare perché vole-va amare a tutti i costi qualcuno, senza preoccuparsi delle conseguenze. La confessione in pubblico ha il merito di sbloccare la ragazza, che ora sente di essere guarita dal male oscuro che la affliggeva, e accetta serenamente di uscire con Dietrickson.

Valutazione Pastorale

film difficile da recepire, caratterizzato da dialoghi di spasmodica lentezza, da un tentativo di analisi di sentimenti superiori non identificabili da una semplice mente. Si intrecciano psicologia, analisi intro-spettive, terapie di guarigione e aspirazione ad equilibri più profondi. Sono evidenti gli agganci che portano alle teorie di scientology, setta americana particolarmente potente e in grado di influenzare intere masse di persone. La collocazione in tribunale sembra quasi un pretesto per fare un elenco delle “malattie”, che scientology può guarire: anoressia, malattie mentali e malat-tie dell’anima. Su questo versante, il film tocca il problema di Dio, della sua presenza, del perché ci ha redenti. Affrontando e risolvendo tali tematiche sul piano di un relativismo universale, il film, dal punto di vista pastorale, diventa complicato, ambiguo e fuorviante, ingenerando quella dozzinale con-fusione religiosa che caratterizza molti aspetti della spiritualità statunitense. Utilizzazione: il film è da escludere dalle programmazioni ordinarie. Molto dubbia è anche la proposta in altre occasioni, se non con l’ausilio di esperti e persone in grado di introdurre validamente il tema della spiritualità deviata in alcune sette contemporanee.

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