PUCCINI E LA FANCIULLA

Valutazione
Consigliabile, Semplice
Tematica
Donna, Storia
Genere
Drammatico
Regia
Paolo Benvenuti
Durata
84'
Anno di uscita
2009
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Lo Scrittoio Sas
Musiche
brano di autori vari
Montaggio
Cesar Augusto Meneghetti

Orig.: Italia (2008) - Sogg. e scenegg.: Paola Baroni, Paolo Benvenuti - Fotogr.(Panoramica/a colori): Giovanni Battista Marras - Mus.: brano di autori vari (progetto musicale e direzione artistica: Paola Baroni) - Montagg.: Cesar Augusto Meneghetti - Dur.: 84' - Produz.: Arsenali Medicei in collaborazione con Intolerance-Scuola di cinema del comune di Viareggio; Mediateca Regionale Toscana Film Commission.

Interpreti e ruoli

Tania Squillario (Doria Manfredi), Riccardo Moretti (Giacomo Puccini), Giovanna Daddi (Elvira), Debora Mattiello ( moglie di Puccini), Federica Ghezzi . (Fosca)

Soggetto

Nel 1908, a Torre del Lago, Doria, cameriera nella villa Puccini, scopre per caso Fosca, figlia di Elvira, moglie del maestro, in attegiamenti intimi con l'amamnte Guelfo Civinini, librettista. Nei giorni seguenti Fosca, temendo rivelazioni, spia Doria e crede di intravedere un atteggiamento di confidenza tra lei e Puccini. Ne riferisce alla madre Elvira che, a sua volta, messasi a seguire il marito, capisce che ha un'amante. A Doria cominciano ad arrivare offensivi messaggi anonimi che a poco a poco ne minano la resistenza. Quando non regge il peso del disonore, Doria scrive una lettera d'addio e si toglie mla vita. E' il gennaio 1909.

Valutazione Pastorale

I fatti, come si sa, sono veri. E il suicidio della povera Dora è rimasto per sempre un momento nebuloso e controverso nella biografia del musicista toscano. Decidendo di tornare ad affrontarlo, Benvenuti e la su coautrice Paola Baroni fanno una scelta di totale rottura con il passato. Azione girata in esterni, ma decisione di fare a meno dei dialoghi: le uniche voci che si ascoltano leggono, fuori campo, alcune lettere che i personaggi si scambiano. Per il resto solo brussi lontani. La 'provocazione' linguistica risulta forte e incisiva. Al poasto di un aletorio e stereotipato romanticismo, il copione fa perno su una rivisitazione secca e nitida degli ambienti, dentro i quali si muovono protagonisti come maschere nude, senza difese né veli. L'asciuttezza dello stile diventa così funzionale a mettere ciascuno di fronte alle proprie responsabilità, scavalcando mediazioni o possibili simpatie e arrivando alla sorda fusione dell'incapacità di distinguere tra verità e falsità. La luce dalla campagna crea uno sfondo cromatico di taglio 'macchiaiolo', che evita banali incrostazioni storiche. Film di forte originalità che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come consigliabile, e semplice nella sua scorrevolezza narrativa.

Utilizzazione

Il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e in seguito come prodotto italiano adatto ad affrontare varie tematiche (il cinema, la storia, le biografie di personaggi celebri...).

Le altre valutazioni

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