QUANDO LA NOTTE

Valutazione
Complesso, ambiguità
Tematica
Donna, Famiglia, Famiglia - genitori figli, Matrimonio - coppia
Genere
Drammatico
Regia
Cristina Comencini
Durata
108'
Anno di uscita
2011
Nazionalità
Italia
Distribuzione
01 Distribution
Soggetto e Sceneggiatura
Cristina Comencini, Doriana Leondeff tratto dal romanzo omonimo di Cristina Comencini
Musiche
Andrea Farri
Montaggio
Francesca Calvelli

Orig.: Italia (2011) - Sogg.: tratto dal romanzo omonimo di Cristina Comencini - Scenegg.: Cristina Comencini, Doriana Leondeff - Fotogr.(Scope/a colori): Italo Petriccione - Mus.: Andrea Farri - Montagg.: Francesca Calvelli - Dur.: 108' - Produz.: Riccardo Tozzi, Giovanni Stabolini, Marco Chimenz per Cattleya in collaborazione con RAI Cinema.

Interpreti e ruoli

Claudia Pandolfi (Marina), Filippo Timi . (Manfred), Thomas Trabacchi (Albert), Denis Fasolo (Stefan), Michela Cescon (Bianca), Manuela Mandracchia (Luna), Franco Terevisi . (Gustav)

Soggetto

Arrivata tra le montagne piemontesi insieme al figlio piccolo Marco bisognoso di un periodo di vacanza, Marina prende alloggio nella casa dove vive anche Manfred, una guida locale. I rapporti solamente formali tra i due cambiano in seguito ad un incidente occorso dentro casa a Marco, che Manfred accompagna in ospedale. Nei giorni seguenti il rapporto difficile di Marina con il figlio e il carattere chiuso dell'uomo trovano un punto d'incontro. I due si avvicinano, si scontrano, litigano, sempre tenendo l'uno nascosto qualcosa all'altra. Finita la permanenza, solo dopo alcuni anni Marina e Manfred si rivedono, (lei ha un secondo figlio) e ora la passione tra loro può liberamente esplodere.

Valutazione Pastorale

Il punto di partenza è il romanzo omonimo scritto dalla stessa Comencini. "Di fronte allo stile a monologhi interiori del libro - dice la regista- abbiamo usato la possibilità di restituire il silenzio, gli sguardi o il lento e reciproco osservarsi e desiderarsi(...) E' una storia sulle differenze profonde tra l'uomo e la donna congiunte da un bambino.(...)". La prima parte rispetta questi intendimenti. I due mondi appaiono chiusi, distanti e impossibilitati ad aprirsi all'altro. Lui ha un passato familiare pieno di ferite, lei non sa, forse, essere una buona madre. Il racconto procede asettico e straniato fino all'irrompere della passione. E qui la Comencini perde il controllo del copione: il melò, che forse motiverebbe gli eventi, scompare dentro un dialogo improbabile, le psicologie naufragano in una inaspettata approssimazione dialettica, il rapporto d'amore rasenta il non credibile. Così la pellicola finisce con il respiro corto, e i temi centrali indicati all'inizio non trovano conferma nello svolgimento. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso e segnato da un certa ambiguità.

Utilizzazione

Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria con attenzione per la presenza di minori e piccoli. Stessa cura è da tenere in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.

Le altre valutazioni

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