Presentato al Bifest - Bari International Film Festival 2023
Interpreti e ruoli
Neri Marcorè (Giovanni), Valeria Solarino (Suor Giulia), Fabrizio Ciavoni (Leo), Olivia Corsini (Flavia), Gian Marco Tognazzi (Tommaso), Dharma Mangia Woods (Francesca), Ninni Bruschetta (Prof. Cocco), Anita Zagaria (Madre di Giovanni), Stefano Fresi (Cameriere), Massimiliano Bruno (Cesare), Elena Di Cioccio (Conduttrice Tv), Michele Foresta (Mago Fred), Andrea Salerno (Barista), Luca Vendruscolo (Professore)
Soggetto
Roma, giugno 1984, in una piazza San Giovanni gremita per il ricordo dello scomparso leader del Pci Enrico Berlinguer, un palo ferisce e manda in coma Giovanni, un giovane diciottenne. Dopo 31 anni, nel 2015, Giovanni si risveglia destando non poca sorpresa tra i medici e suor Giulia, che lo vegliava da anni. Dopo lo spaesamento iniziale, Giovanni prova a rimettersi in partita con la vita grazie a suor Giulia e al giovane introverso Leo, affetto da mutismo selettivo. Il suo primo obiettivo, ormai quasi cinquantenne, è ritrovare il suo grande amore, Flavia...
Valutazione Pastorale
Dopo una serie di documentari giocati tra politica, società e valore della memoria – “Quando c’era Berlinguer” (2014), “I bambini sanno” (2015) e “Indizi di felicità” (2017) –, compreso un film di finzione (“C’è tempo”, 2019), Walter Veltroni è tornato dietro alla macchina da presa per adattare un suo romanzo del 2018: parliamo di “Quando”, di cui oltre alla regia firma anche la sceneggiatura insieme a Doriana Leondeff e Simone Lenzi. Prodotto dalla Lumière & Co. di Lionello Cerri, “Quando” trova la sua forza su un soggetto acuto e interessante, ma anche per un cast bene scelto, di cui è capofila un ottimo Nei Marcorè. Accanto a lui Valeria Solarino, Fabrizio Ciavoni e Olivia Corsini; da ricordare anche Gian Marco Tognazzi, Stefano Fresi e Michele Foresta. La storia. Nel giugno del 1984, in una piazza San Giovanni gremita per il ricordo dello scomparso leader del Pci Enrico Berlinguer, un palo ferisce e manda in coma Giovanni, un giovane diciottenne. Dopo 31 anni, nel 2015, Giovanni si risveglia destando non poca sorpresa tra i medici e suor Giulia, che lo vegliava da anni. Dopo lo spaesamento iniziale, Giovanni prova a rimettersi in partita con la vita grazie a suor Giulia e al giovane introverso Leo, affetto da mutismo selettivo. Il suo primo obiettivo, ormai quasi cinquantenne, è ritrovare il suo grande amore, Flavia. “Ho cercato di raccontare questa storia – ha dichiarato Veltroni – intrecciando il percorso della comprensione di un mondo caotico e così diverso dal passato, dei mutamenti politici e tecnologici con quello della ricerca di affetti consumati dal tempo. Può essere una fiaba. Forse è un modo per parlare di questo tempo e di noi, oggi”. Parole che ben descrivono il tratto dominante del film, la malinconia, il rimpiangere un tempo sfuggito via troppo presto. Giovanni sperimenta un cortocircuito emotivo-esistenziale: tutte le sue certezze sono crollate, si sono dissolte nei tre decenni in cui ha chiuso gli occhi al mondo: non ritrova più la sua musica – si chiede che fine abbiano fatto Battisti, Dalla, De Andrè, Daniele – come pure i riferimenti politici: nel domandare a suor Giulia chi sia il nuovo segretario del Pci, lo sguardo di risposta della religiosa è eloquente, un senso di vuoto mai colmato. Ancora, quando un professore chiede a Giovanni come si senta, gli risponde con disincanto: “Come un marziano! Sono caduto 31 anni fa tra le bandiere rosse di pizza San Giovanni e mi sono svegliato tra le pareti bianche di un ospedale cattolico”. Nel film di Veltroni non c’è però solamente la nostalgia per una dimensione politica, partecipativa e culturale tramontata, emerge anche una riflessione sulla famiglia, sul rapporto genitore-figlio, nello specifico sul ruolo di padre, da cui non si può e non si deve abdicare. Rispetto ai titoli precedenti, Veltroni regista convince ancora di più, perché sembra governare il racconto cinematografico con maggiore consapevolezza e controllo, muovendosi con decisa disinvoltura tra note brillanti, malinconiche e poetiche. Merito anche di un “primo violino” eccellente, Neri Marcorè, che regala al personaggio di Giovanni colore e calore, rendendolo prossimo. Bene, misurata, anche Valeria Solarino nei panni di suor Giulia, cui dà freschezza e attualità, evitando inciampi in macchiette stereotipate. “Quando” è consigliabile, poetico, per dibattiti.
Utilizzazione
Indicato per la programmazione ordinaria e per successive occasioni di dibattito.