Interpreti e ruoli
Sauro Cimarelli, Vincenzo Censi, Rocco De Vitto, Valerio Febo Arancio, Luca Mazza, Giuseppe Checchi, Manuela Baldoni
Soggetto
La Asdd Roma 2000, squadra di calcetto di non vedenti, nelle ultime partite di campionato tra allenamenti, aspettative, suoni e riflessioni in campo e nello spogliatoio.
Valutazione Pastorale
Una bella sorpresa viene dal documentario “Quattro/Quinti” scritto e diretto da Stefano Urbanetti. L’opera metta a tema la condizione della persona con disabilità visiva, mostrando non una storia di esistenze dolenti o emarginate bensì offrendo un racconto sociale luminoso, brillante e assolutamente trascinante. Urbanetti accompagna lo spettatore al seguito di una squadra di calcetto composta per lo più da giocatori non vedenti, la Asdd Roma, lungo le partite del campionato. Assistiamo da un lato ai match, alle trasferte, e al contempo ai momenti di confronto nello spogliatoio tra compagni, con gli allenatori Luca e Sauro. Nella narrazione rientrano raccordi sulle vite dei giocatori, affrontando la questione della disabilità in maniera schietta, sincera e con guizzi di “irriverente” ironia (i riferimenti al concetto di bellezza oggettiva citando l’attrice Angelina Jolie e alla pasta alla carbonara). “Il calcio – sottolinea il regista – nella sua purezza conserva ancora un linguaggio universale che appassiona tutto il mondo, generazione dopo generazione, accomunando culture e ideologie di ogni tipo diventando molte volte uno strumento di crescita personale e di riscatto. Ma questo strumento non può riguardare solo chi è dotato del senso della vista. Anche per i ‘non vedenti’ il calcio può essere una passione e diventare un’occasione di rivincita e affermazione. È un film sullo sport, ma è soprattutto un racconto sulle persone che lo animano”. Stefano Urbanetti firma un documentario grintoso e genuino, appassionato. L’entusiasmo che mette in campo nel racconto dell’agonismo sportivo, del calcio, lo usa per abbattere barriere e stereotipi sulla condizione di disabilità. I giocatori protagonisti vivono la loro condizione non come un limite escludente o isolante; non ne fanno un impedimento. Le loro storie si colorano di positività, di energia e entusiasmo, regalando respiro e leggerezza all’opera. Urbanetti adotta uno stile di racconto diretto, senza filtri, registrando anche espressioni verbali ruvide e colorite, proprie del linguaggio da “spogliatoio”. Racconta la vita vera. Un film che si iscrive a pieno titolo nel sempre più ricco filone narrativo dedicato alla disabilità – tra gli ultimi titoli “Campioni” (2023), “Crazy for Football. Matti per il Calcio” (2021), “I segni del cuore. Coda” (2021) e la serie Rai “Blanca” (dal 2021, 2 stagioni) –, disabilità che si gioca in positivo e non in sottrazione. Consigliabile, semplice, per dibattiti.
Utilizzazione
Da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte altre occasioni di dibattito.