Orig.: Italia (2001) - Sogg.: Fabio Bonifacci - Scenegg.: Fabio Bonifacci e Luciana Littizzetto - Fotogr.(Panoramica/a colori): Italo Petriccione - Mus.: a cura di Davide Graziano con brani di autori vari - Montagg.: Paolo Marzoni - Dur.: 91' - Produz.: Beppe Caschetto per I.T.C. e Medusa.
Interpreti e ruoli
Luciana Littizzetto (Gemma Mirtilli), Massimo Venturiello (Claudio Pignatti), Renato Scarpa (Serafino Pace), Gianfranco Barra (padre di Claudio), Neri Marcorè (Piero 'Mummia' Lodigiani), Michele Di Mauro (Callisto), Margerita Antonelli (signora Cirillo), Giancarlo Previati (Sante Lucerna), Germana Pasquero (Marilina), Enrico Papi . (il bello del TG6)
Soggetto
Gemma Mirtilli, poco affascinante e depressa segretaria di un'agenzia di top model, trascina stancamente i suoi giorni tra un fidanzato soprannominato Mummia per la sua loquacità e dedito solo al biliardo, il capo dell'agenzia Claudio, che la inganna e la sfrutta, e un portiere che la costringe a firmare continue ristrutturazioni del condominio. Bassa e bruttina, Gemma ha scarsa autostima e prova un senso di inadeguatezza di fronte alle donne bellissime ma nevrotiche che entrano nel suo studio e la trattano male. Il suo amico parrucchiere, Callisto, per farla reagire, le propone una tinta fuori dal comune, e Gemma si ritrova i capelli color 'ravanello pallido', un errore che le cambierà la vita. Da quel momento, sempre per un equivoco causato dal suo capo, Gemma finisce per diventare una diva della televisione, non per le sue qualità fisiche ma perché ha imparato a vedere quanta bellezza sia racchiusa nella sua normalità. Appena se ne è accorta lei, se ne sono accorti anche tutti gli altri, compreso Claudio che si innamora di lei, dopo essere stato a sua volta sfruttato e ricattato dal suo ex capo. Diventata un esempio per tutte le donne, tanto le casalinghe quanto le teen-agers, Gemma alla fine decide di lasciare il mondo della televisione e di tornare alla sua vincente quotidianità.
Valutazione Pastorale
Sono ormai noti i rischi del passaggio di comici o cabarettisti tv al cinema: molti non reggono il mezzo, anche se si deve ammettere che Luciana Littizzetto è brava sia come interprete sia, soprattutto, come scrittrice. Il cinema é un'occasione per mettere ulteriormente alla prova la sua personalità, che fa delle sue non-qualità fisiche un punto di forza. Nella storia di Gemma, che arriva al successo televisivo, si possono avvertire echi autobiografici, ma le battute sarcastiche e originali si adattano di più al 'personaggio' Littizzetto (quanto più appare dimessa tanto più risulta impertinente) cui giovano i tempi brevi. La figura di Gemma invece andava focalizzata meglio, in certi momenti scade, si svuota: quando non é al centro dell'azione sembra che se ne stia lì ad aspettare la sua battuta. Abituata a fare la 'one woman show',l'attrice non sa ancora muoversi in una giusta dialettica con gli altri comprimari della storia, tra i quali è bravo Renato Scarpa, mentre Venturiello sembra altrettanto fuori registro. Tra interpretazioni non centrate e lungaggini di sceneggiatura, anche i messaggi che si vorrebbero positivi nei confronti di certo vuoto mondo dello spettacolo risultano alla fine debili e annacquati. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come futile, proprio per la sua prevalente leggerezza e per la presenza di non poche grossolanità verbali e visive. UTILIZZAZIONE: il film è utilizzabile in programmazione ordinaria, tenendo conto della sua natura di prodotto non completamente riuscito, riscattato in parte dalla vivacità della Littizzetto attrice e dalla sua comicità un po' stralunata e autoironica.