RIFLESSI SULLA PELLE

Valutazione
Inaccettabile, Negativo
Tematica
Genere
Drammatico
Regia
Philip Ridley
Durata
99'
Anno di uscita
1990
Nazionalità
Gran Bretagna
Titolo Originale
THE REFLEKTING SKING
Distribuzione
Academy Pictures
Musiche
Nick Bicat
Montaggio
Scott Thomas

Sogg. e Scen. Philip Ridley - Fotogr.: (panoramica/a colori) Dick Pope - Mus.: Nick Bicat - Montagg.: Scott Thomas - Dur.: 99' - Produz.: Dugitive Features

Interpreti e ruoli

Viggo Mortensen (Cameron Dove), Lindsay Duncan (Dolphin Blue), Jeremy Cooper (Seth Dove), Sheila Moore (Ruth Dove), Duncan Fraser (Luke Dove), David Bloom (Deputy), Evan Hall (Kim), Codie Lucas Wilbee (Eben)

Soggetto

Seth (nove anni) vive con i genitori in una modestissima casa rurale, sperduta in una sterminata pianura canadese. Il padre, un taciturno, gestisce una pompa di benzina, la madre è una isterica e severissima donna, sempre in attesa del figlio maggiore Cameron, partito per la guerra contro i giapponesi e ancora nel Pacifico. Il bambino ha due amici (Eben e Kim) con cui fa birichinate varie: un giomo, gonfiato con il respiro un rospo già enorme, lo fa crudelmente esplodere, schizzando di sangue Dolfin Blue, una vedova dei dintorni. Andato da lei per scusarsi, Seth apprende cose strane: a detta di lei, essa ha 200 anni e vive nel culto del fu Adam, conservandone religiosamente i trofei (era un pescatore) e una boccetta di gocce di sudore. Per Seth, non c'è dubbio che Dolfin sia una vampira (suo padre Luke Dove afferma che ce n'è molti in giro). L'impressione si fa concreta, quando Eben viene trovato morto nel pozzo di casa Dove. Sospettato di aver adescato e ucciso il bambino, Luke Dove (molto tempo prima condannato per aver avuto rapporti con un adolescente, ma ora dichiaratosi innocente), non regge alle accuse dello sceriffo e si dà fuoco alla pompa della benzina. Mentre la madre di Seth impazzisce, Seth sospetta di Dolfin e degli strani poteri che le attribuisce. Cameron torna dalla guerra e riprende i contatti di una volta con la bionda vedova, con gravi timori per il bambino, che teme per il fratello. Durante una incursione nella casa di Dolfin, Seth ha scoperto un feto conservato con cura che egli decide di portare a casa propria. Poi tocca a Kim di scomparire (lo portano via quattro manigoldi, che viaggiano sempre in un'auto nera, già fermatasi prima della morte di Eben a far benzina dai Dove). Lo sceriffo indaga ma i misteri si infittiscono. Mentre la madre di Kim accusa apertamente il povero Seth della fine del figlioletto, il corpo di questi viene ritrovato. Lo sceriffo si convince che Seth cela un segreto. Intanto Cameron, a detta del fratello, deperisce, gli si sta sciupando la pelle e diradano i suoi capelli e la causa di tutto ciò per Seth sta nella misteriosa donna, che tuttavia ama il reduce (assillato dal ricordo e dalla tragedia di Hiroshima). Un giorno, sulla strada aperta fra gli steli del grano maturo, riappare la grande auto nera. Invitato a salire, Seth rifiuta. ma Dolfin si lascia accompagnare in città. Più tardi se ne troverà il corpo senza più vita sui bordi della stessa strada e Seth, dopo una serie di orrori e di eventi inesplicabili, non può che gridare al cielo la propria impotenza e disperazione.

Valutazione Pastorale

si parte con le premesse di un horror e si finisce con qualcosa che con il genere non ha strettamente molto a che fare. Non è che non ci siano morti, strani segnali ed eventi misteriosi, ma il film un horror vero e proprio non lo è. Tutto sommato risulta invece un contenitore sgradevole di fatti un po' scombinati, di insanie e paure, di stregonerie (false) e di assassini (veri), dove la pretenziosità eccede e la negatività è totale. Molto difficile concludere che cosa in sostanza abbia voluto significare Philip Ridey, soggettista e regista di "Riflessi sulla pelle". Di autentico vampirismo non vi è traccia, la stregonesca vedova non è altro che una infelice, preda di fissazioni al limite del maniacale, che poi finisce con il rimetterci la vita. Vi sono riferimenti ad Hiroshima ed ai suoi guasti irreversibili su migliaia di creature innocenti. Tutto ondeggia fra le fantasticherie e le paure infantili, ciò che sembra e ciò che è, una madre quasi sadica che ingozza il figlio di tazze d'acqua e, come se non bastasse, la storia del feto nascosto sotto il letto, con il quale l'innocente ragazzino "dialoga" come se quello fosse un piccolo alieno di plastica (una scena repellente). Il film incute una sorta di disagio e malessere, pone qualche interrogativo anche serio, si richiama (apertamente o meno) alla violenza di tutti su tutti (animali inclusi), facendo incursione nella famiglia nella società e nell'ecologia e serpeggiando sul "mistero" con molta fumosità. Discreta l'interpretazione.

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