Orig.:Stati Uniti (1998) - Sogg.:J.D.Zeik - Scenegg.:J.D.Zeik, Richard Weisz - Fotogr.(Scope/a colori):Robert Fraisse - Mus.: Elia Cmiral - Montagg.:Tony Gibbs - Dur.: 120' - Prod.:Frank Mancuso jr.
Interpreti e ruoli
Robert De Niro (Sam), Jean Reno (Vincent), Stellan Skarsgard (Gregor), Sean Bean (Spence), Natascha McElhone (Deirdre), Skipp Sudduth (Larry), Jonathan Pryce (Seamus)
Soggetto
Cinque uomini, privi di contatti tra loro ed esperti in armi,spionaggio e operazioni segrete, rimasti senza lavoro dopo il processo di distensione seguito alla fine della guerra fredda, si incontrano in un vecchio magazzino situato nel cuore di Parigi. I cinque sono stati assoldati per la loro esperienza passata:Sam è esperto di armamenti e strategie militari, Larry è un abilissimo pilota, Spence è uno specialista in armi di ogni tipo, Gregor è competente nei sistemi elettronici che una volta formavano il blocco sovietico, Vincent si occupa del coordinamento dell'operazione. C'è poi una donna, Deirdre, l'unica ad avere contatto con i mandanti. L'obiettivo è rubare una valigetta protetta da sofisticati sistemi di sicurezza. Nessuno sa chi ha ordinato questa operazione nè quale sia il contenuto della valigetta. Per organizzare la missione, il gruppo deve quindi lavorare in condizioni precarie e disagiate che creano insoddisfazioni e attriti. Sam ben presto diventa il leader del gruppetto, deciso a portare a termine il compito, come una sorta di impegno morale di fronte al quale non ci si può tirare indietro. Tra equivoci e forti discussioni, arriva il momento di dare il via al piano previsto. I possessori della valigetta vengono inseguiti per le strade di Parigi. Si scatena quindi una terribile sparatoria corpo a corpo, nella quale rimane ucciso anche Seamus, terrorista irlandese, forse il destinatario della valigetta. Nella confusione Deirdre si allontana in macchina. Tutto è finito. Nel bar parigino dove si erano trovati all'inizio della vicenda, Sam e Vincent tornano, aspettando l'arrivo di Deirdre. Ma la ragazza non si fa vedere.
Valutazione Pastorale
Nel Giappone feudale i guerrieri che erano caduti in disgrazia e non trovavano più un signore da difendere, perdevano il diritto di definirsi samurai e venivano indicati dalla popolazione col nome di Ronin. Il termine indica quindi uomini in difficoltà con se stessi e con la propria identità sociale. Come questo gruppo messo insieme senza altra logica se non quella di fare leva sulla loro delusione e voglia di riscatto."Ronin" riporta in primo piano il genere 'thriller' nella sua migliore e più accreditata versione: un forte clima di suspence che lascia nell'incertezza il vero motivo della missione, la caratterizzazione dei protagonisti come 'perdenti' di fronte all'ultima occasione di recupero individuale e, soprattutto, il ritmo serrato dell'azione.Le scene degli inseguimenti attraverso tunnel e strade a quattro corsie contro mano sono state girate dal vivo e senza ricorso ad effetti speciali,creando una tensione che diventa alta e dominante, dentro la quale la trama rischia di perdersi e rimanere in secondo piano. Ne deriva un film in cui l'immagine giustifica l'azione e viceversa: movimenti rapidi, dinamica vorticosa come logica di un tipo di cinema che fotografa la realtà, reinventandola con grande aderenza. Positiva la rappresentazione amara di questo gruppo di uomini, abbandonati dal potere quando non servono più; eccessivo qualche momento di violenza un po' troppo esagerato e fracassone. Dal punto di vista pastorale, film da valutare come discutibile e nell'insieme realistico.<br> UTILIZZAZIONE: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, con attenzione per la presenza dei minori. Da proporre in eventuali rassegne sul thriller anni Novanta.