Ruby Gillman, la ragazza con i tentacoli

Valutazione
Consigliabile, Semplice, Adatto per dibattiti
Tematica
Adolescenza, Amicizia, Amore-Sentimenti, Ecologia, Emarginazione, Famiglia, Famiglia - fratelli sorelle, Famiglia - genitori figli, Scuola
Genere
Animazione/Commedia
Regia
Kirk DeMicco
Durata
90'
Anno di uscita
2023
Nazionalità
Usa
Titolo Originale
Ruby Gillman, Teenage Kraken
Distribuzione
Universal Pictures International Italy
Soggetto e Sceneggiatura
Pam Brady e Brian C Brown & Elliott DiGiuseppi
Musiche
Stephanie Economou
Produzione
KELLY COONEY CILELLA p.g.a.

Interpreti e ruoli

Lana Condor (Ruby Gillman ), Toni Collette (Agatha Gillman), Jane Fonda (Nonna), Annie Murphy (Chelsea Van Der Zoe), Jaboukie Young-White (Connor), Colman Domingo (Arthur Gillman), Blue Chapman (Sam Gillman), Will Forte (Gordon Lighthouse), Sam Richardson (Brill ), Liza Koshy (Margot), Ramona Young (Bliss), Eduardo Franco (Trevin)

Soggetto

Liceo Oceanside High, l’adolescente Ruby vive con i suoi amici un po’ nell’ombra. Si sente invisibile agli occhi dei più, soprattutto di Connor, ragazzo con cui Ruby vorrebbe andare al ballo. A casa poi le cose non vanno benissimo, perché nonostante abbia una famiglia splendida Ruby fatica ad accettare le rigide regole della madre Flo. Una di queste le proibisce di entrare in mare. Quando Ruby però cade accidentalmente in acqua, scopre un aspetto di sé e della propria famiglia che le era stato tenuto all’oscuro: è una kraken, un mostro marino appartenente a un’importante dinastia di custodi degli Oceani. Lei è la nipote della Regina guerriera dei Sette Mari.

Valutazione Pastorale

Un’animazione colorata, di respiro pop. È “Ruby Gillman. La ragazza con i tentacoli” (“Ruby Gillman, Teenage Kraken”), cartoon diretto da Kirk DeMicco insieme a Faryn Pearl; una produzione DreamWorks Animation che richiama il successo di “Shrek”: è un racconto infatti giocato tra favola e metafora sociale che punta a sovvertire lo sguardo, a forzare nuove angolature. La protagonista non è un’avvenente sirenetta tutta sorrisi e folta chioma rossa – curiosa la citazione dell’immaginario Disney nella stessa stagione in cui al cinema “La sirenetta” live-action – bensì un mostro marino simpatico e goffo. La storia. Liceo Oceanside High, l’adolescente Ruby vive con i suoi amici un po’ nell’ombra. Si sente invisibile agli occhi dei più, soprattutto di Connor, ragazzo con cui Ruby vorrebbe andare al ballo. A casa poi le cose non vanno benissimo, perché nonostante abbia una famiglia splendida Ruby fatica ad accettare le rigide regole della madre Flo (Tony Collette). Una di queste le proibisce di entrare in mare. Quando Ruby però cade accidentalmente in acqua, scopre un aspetto di sé e della propria famiglia che le era stato tenuto all’oscuro: è una kraken, un mostro marino appartenente a un’importante dinastia di custodi degli Oceani. Lei è la nipote della Regina guerriera dei Sette Mari (Jane Fonda). “Da filmmaker, ho sempre puntato a sovvertire le aspettative attraverso la mia narrazione. Nel caso di ‘Ruby Gillman’ una delle cose che più mi ha entusiasmato è stata l’opportunità di poterlo fare con la mitologia dei kraken e delle sirene”. Sono le parole del regista Kirk DeMicco, che tracciano bene l’orizzonte narrativo in cui si muove il cartoon. È un racconto di formazione in chiave pop e ironica, debitrice dell’immaginario Dreamworks, “Shrek” in testa. Uno spingere l’attenzione ad andare oltre le apparenze, guardando alla sostanza delle cose, all’animo delle persone. Ruby si sente invisibile come ragazza, quando poi si scopre un mostro marino questo la atterra ancora di più. Si percepisce sbagliata. Mettendosi però in ascolto della nonna, venendo a conoscenza del suo passato familiare glorioso, comprende che i tentacoli sono per lei un dono e non un ostacolo. Ruby diventa un riferimento per gli amici, la custode e la beniamina della piccola città sull’oceano. “Ruby Gillman” è un cartoon simpatico e garbatamente irriverente, orientato verso un pubblico di famiglie e di preadolescenti. Un modo per mettere a tema il vivere familiare, i valori del dialogo e della fiducia, attraverso soluzioni brillanti e frizzanti. A bene vedere, l’animazione funziona meno del geniale “Shrek”, ha una struttura narrativa più elementare, per certi versi banale, con citazioni meno acute e incisive. È comunque un buon film per il target cui è rivolto. Consigliabile, semplice, per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte altre occasioni. Adatto ad una visione familiare.

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