Sogg. e.Scenegg.: Todd Haynes - Fotogr.: (normale/a colori) Alex Nepomniaschy - Mus.: Ed Tommey - Montagg.: James Lyons - Dur.: 121' - Produzione.: Christine Vachon, Lauren Zalaznick

Interpreti e ruoli

Julianne Moore (Carol White), Peter Friedman (Peter), Xander Berkeley (Greg White), Susan Norman, Kate Mc Gregory Stewart, Mary Carver, Steven Gilborn, April Grace, Peter Crombie, Ronnie Farer, Janel Moloney, Lorna Scott, James Legros

Soggetto

Carol White vive col marito Greg nella California del sud.: tutto procede secondo le abitudini di una coppia ricca e le sue preoccupazioni sono, a parte una certa stanchezza nei rapporti coniugali, l'arrivo dei nuovi divani o le chiacchiere con le amiche. Ma un giorno, inalando i gas di scarico di un furgone, Carol ha un improvviso attacco di asma: il medico le riscontra una leggera irritazione cutanea, ma le analisi non segnalano nulla di irregola-re. Ma i disturbi continuano: epistassi, cefalee, vomito. Il medico pensa ad una malattia psicosomatica e consiglia lo psicanalista. Al compleanno di un'amica ecco di nuovo l'asma, e lei decide di frequentare dei corsi proposti da un'organizzazione che si interessa alle allergie cosidette di ambiente. Partecipando ad una riunione ascolta varie testimonianze di situazioni analo-ghe alla sua. Fa anche delle prove allergologiche, che documentano la sua reattività a diverse sostanze. Deve ad esempio evitare tutti i profumi e cam-biare i tanto attesi divani di casa. Vive ormai circondata da pillole e intrugli, ma quando entra nella lavanderia che stanno disinfettando, ha una crisi respi-ratoria gravissima e viene ricoverata. Dimessa, dopo un incontro con Peter direttore della clinica Wrenwood House, vi si ricovera. Il personale è gentile, le regole sono ferree: niente rapporti sessuali; cibo, ambienti e vestiti con-trollati; terapie individuali; colloqui di gruppo con confessioni e confronti. I pazienti ripetono slogan, girano con maschere ad ossigeno, organizzano turni di cucina, e Carol festeggia il compleanno con una torta. Anche il marito che viene a trovarla ormai le causa allergia. Quando si rende disponibile, per la morte di un paziente, un bunker asettico (dove costui si era rinchiuso come ultima difesa contro gli agenti inquinanti) Carol decide di rinchiudervisi.

Valutazione Pastorale

Quasi una metafora di dove può portare lo stress, questo film statunitense riflette una realtà attuale d'oltreoceano. Del resto, con un sistema di vita ed un'alienazione che sono ben lontani dagli stereotipi di qualità e genuità propalati dalla pubblicità, è inevitabile che un sempre maggior numero di abitanti cominci a reagire patologicamente alle numeros-sisime sostanze di sintesi, impiegate nei vari settori dell'industria, con le quali l'organismo umano entra, con diverse gradazioni, in contatto. Se questo è un dato di fatto, la presentazione del caso di Carol deborda però, nella raf-figurazione clinica della sua malattia, da un quadro credibile. E' come se il regista volesse concentrare tutta la problematica della cosiddetta sindrome ambientale su una persona, facendo credere allo spettatore che un solo indi-viduo possa contemporaneamente soffrire di epistassi, cefalea, asma, vomito, alterazioni cutanee, insonnia. Il film poi non è sufficientemente chiaro circa il rapporto psicosomatico tra paziente e patologia, cui alludono sia il medico di famiglia che lo scetticismo sofferto del marito di fronte al crollo della moglie. Nè sembra offrire una soluzione, nè prendere con energia le distanze dall'estrema ratio della segregazione nella clinica New Age, con il solito cor-redo di terapie di gruppo, slogan autoconsolatori o sciocche canzoncine, anche se l'ingresso di Carol nel bunker potrebbe alludere paradossalmente a certe "soluzioni finali" di triste memoria.