SAIMIR

Valutazione
Accettabile, Problematico, dibattiti
Tematica
Delinquenza minorile, Famiglia - genitori figli, Giovani
Genere
Drammatico
Regia
Francesco Munzi
Durata
84'
Anno di uscita
2005
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Istituto Luce
Soggetto e Sceneggiatura
Francesco Munzi, Serena Brugnolo, Dino Gentili Francesco Munzi
Musiche
Giuliano Taviani
Montaggio
Roberto Missiroli

Orig.: Italia (2004) - Sogg.: Francesco Munzi - Scenegg.: Francesco Munzi, Serena Brugnolo, Dino Gentili - Fotogr.(Panoramica/a colori): Vladan Radovic - Mus.: Giuliano Taviani - Montagg.: Roberto Missiroli - Dur.: 84' - Produz.: Cristiano Bortone, Daniele Mazzocca, Gianluca Arcopinto.

Interpreti e ruoli

Mishel Manoku (Saimir), Xhevdet Feri (Edmond), Lavinia Guglielman (Michela), Anna Ferruzzo (Simona), Antonella Cerminara, Alessio Falcinelli.

Soggetto

Il sedicenne Saimir, albanese, vive sul lungomare di Ostia insieme al padre che, di notte, lo porta con sé sul mare Adriatico: qui mette a disposizione il proprio furgone per raccogliere i clandestini e portarli nella zona di Roma. Saimir disapprova questo 'mestiere' del padre, e più volte litiga con lui. Una notte sul camion viene fatta salire una ragazza quindicenne da avviare alla prostituzione. Il genitore dapprima cerca di rifiutare ma poi accetta anche questo 'carico'. Saimir invece non si rassegna e quando vede la ragazza coperta di lividi, decide che é il momento di agire. Va dai carabinieri e rivela tutto. In manette, oltre ai ricettatori, finisce anche il padre che passa imprecando davanti al figlio addolorato ma non pentito.

Valutazione Pastorale

Si tratta di una convincente opera prima, forte e coraggiosa. Nato a Roma nel 1969, diplomatosi in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia, Munzi ha girato molti corti e documentari, prima di affrontare il LM con un soggetto che era a forte rischio di caduta nello stereotipo. Gli albanesi in Italia, i clandestini, la sopravvivenza rappresentano una fetta di realtà grossa e incombente, attuale e non risolta, sulla quale tuttavia spesso cala il velo del conformismo. Munzi invece non usa retorica né incappa in compromessi. Il figlio si ribella al padre perchè diventa necessario per progettare per sé un futuro diverso. Stringato ed essenziale, il film si segnala per la lucidità con cui affronta temi difficili e, dal punto di vista pastorale, è da valutare come accettabile, problematico e adatto per dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da proporre in occasioni mirate per avviare riflessioni sui molti argomenti sopra indicati.

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