SIGNS

Valutazione
Accettabile, semplicistico
Tematica
Famiglia, Fantascienza, Tematiche religiose
Genere
Fantastico
Regia
M.Night Shyamalan
Durata
106'
Anno di uscita
2002
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Signs
Distribuzione
Buena Vista International Italia
Musiche
James Newton Howard
Montaggio
Barbara Tulliver

Orig.: Stati Uniti (2002) - Sogg. e scenegg.: M.Night Shyamalan - Fotogr.(Normale/a colori): Tak Fujimoto - Mus.: James Newton Howard - Montagg.: Barbara Tulliver - Dur.: 106' - Produz.: M.Night Shyamalan, Frank Marshall, Sam Mercer.

Interpreti e ruoli

Mel Gibson (Graham Hess), Joaquin Phoenix (Merrill), Rory Culkin (Morgan), Abigail Breslin (Bo Hess), Patricia Kalember (Colleen)

Soggetto

Dopo la morte della moglie, l'ex pastore protestante Graham Hess si é ritirato in una fattoria a Bucks County in Pennsylvania, dove ora vive con i due figli piccoli Morgan e Bo, e con il fratello Merrill. Una mattina Graham scopre nei campi di grano che circondano la fattoria alcuni cerchi di enormi proporzioni, larghi centinaia di metri. Sul momento non ci fa caso ma poi, quando i cerchi aumentano, comincia a preoccuparsi. Mentre l'agente Caroline comincia ad indagare e di notte spesso il cane abbia inquieto, la televisione informa che cerchi di simili proporzioni sono apparsi in India e in altre parti della Terra. La paura di essere di fronte ad una imminente invasione aliena si impossessa di Graham, e il nervosismo si trasmette ai figli: Morgan, il più grandicello, afflitto da problemi di respirazione, lo accusa di aver fatto morire la mamma e dice che non vuole più pregare. La tensione sale quando, durante la notte, alcuni strani individui entrano in casa, portano scompiglio, e vengono allontanati solo dopo una cruenta colluttazione. La mattina dopo tutto sembra rientrato. La calma è tornata nella fattoria. Graham ritrova la serenità ed ora è in grado di riprendere il proprio ruolo di pastore.

Valutazione Pastorale

Dopo i grandi successi di "Il sesto senso" (1999) e "Unbreakable" (2000), il regista di origine indiana Shyamalan continua a percorrere la strada di una sorta di ricerca spirituale che si muove tra terreno e ultraterreno. Gli elementi sono chiari: un ex pastore protestante; la sua crisi religiosa di fronte al venir meno dell'affetto coniugale; il vuoto interiore che diventa facilmente permeabile alla minaccia dell' "altro" sconosciuto; la necessità di scontrarsi con le ombre e con il buio prima di rivedere la luce della fede. Il copione cerca dunque di muoversi tra fantastico e fantascienza, ma stavolta il primo prevale: vale a dire che il racconto resta al livello un po' epidermico dell'avventura, senza riuscire a gettarsi in pieno nel lato metafisico della materia. Manca il confronto con la metafora, spuntano tante simbologie ma l'andamento narrativo è lento, statico in certi passaggi, un po' stereotipato. Resta però che le buone intenzioni sono indubitabili, il ritratto della crisi di fede di un uomo contemporaneo tra ragione, spiritualità, fenomeni paranormali é comunque significativo e attuale. Per questi motivi il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come positivo, accettabile, anche se semplicistico nello sviluppo generale.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da recuperare per affrontare riflessioni sui temi sopra accennati.

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