SIMON KONIANSKI

Valutazione
Brillante, Consigliabile
Tematica
Bambini, Famiglia - genitori figli, Giovani, Rapporto tra culture, Storia
Genere
Commedia
Regia
Micha Wald
Durata
100'
Anno di uscita
2010
Nazionalità
Belgio, Canada, Francia
Distribuzione
Fandango
Musiche
brani di autori vari
Montaggio
Susana Rossberg

Orig.: Belgio/Francia/Canada (2009) - Sogg. e scenegg.: Micha Wald - Fotogr.(Scope/a colori): Jean Paul De Zaeytijd - Mus.: brani di autori vari - Montagg.: Susana Rossberg - Dur.: 100' - Produz.: Jacques Henri & Olivier Bronckart.

Interpreti e ruoli

Jonathan Zaccai (Simon), Popeck (Ernest), Abraham Leber (Maurice), Irène Herz (Mala), Nassim Ben Abdelmoumen (Hadrien), Marta Domingo (Corazon), Ivan Fox . (Jorge)

Soggetto

A Bruxelles Simon, 35 anni senza lavoro e con poca voglia di cercarlo, vive con il padre Ernest, ex deportato. Al nipotino Hadrien, figlio di Simon e di Corazon, una spagnola che lo ha lasciato, il nonno racconta i terribili ricordi dei campi di sterminio. Quando Ernest muore, la famiglia decide di andarlo a seppellire in Ucraina, terra dei padri. Comincia così un viaggio in macchina, con la bara caricata insieme a Hadrien, e al fratello di Ernest, Maurice.

Valutazione Pastorale

La parte iniziale serve a presentare i personaggi e a creare le premesse per la seconda, tutta on the road. Il racconto appare improntato a quello spirito ebraico europeo, decisamente diverso da alcuni modelli americani indicati, quale Woody Allen o i fratelli Cohen. C'è molto umorismo, quasi sempre rivolto a ironizzare con la lente del grottesco su problemi piccoli e grandi rivolti alle notizie che arrivano da Israele. Più in profondità sembra di poter dire che il copione tenda a denunciare e esorcizzare il rischio incombente della perdita di memoria. Simon infatti é poco sensibile ai temi dell'olocausto e delle problematiche tra Israele e Palestina. Il nonno trova maggiore ascolto in Hadrien. Ecco dunque il campanello d'allarme: tra l'anziano e il piccolo, la generazione di mezzo potrebbe scavare il solco del calo di identità. Ne deriva un film più sfaccettato di quel che possa sembrare, e che, dietro il taglio estroverso, offre anche motivi di riflessione. Dal punto di vista pastorale, é da valutare come consigliabile e in prevalenza brillante.

Utilizzazione

Il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e in seguito da prporre come specchio attendibile della situazione della cultura ebraica nell'Europa contemporanea.

Le altre valutazioni

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