Sogg.: Tratto dall'omonimo romanzo di Antonio Tabucchi - Scenegg.: Roberto Faenza, Sergio Vecchio, Antonio Tabucchi - Fotogr.: (panoramica/a colori) Blasco Giurato - Mus.: Ennio Morricone - Montagg.: Ruggero Mastroianni - Dur.: 104' - Coproduz.: Jean Vigo International, Italia - K.G. Production, Francia
Interpreti e ruoli
Marcello Mastroianni (Pereira), Stefano Dionisi (Monteiro Rossi), Nicoletta Braschi (Marta), Daniel Auteuil (Dottor Cardoso), Joaquim De Almeida (Manuel), Marthe Keller (Signora Delgado), Nicolau Breyner (Padre Antonio), Teresa Madruga, Filipe Ferrer, Mario Viegas, Joao Grosso, Teresa Gouveia
Soggetto
a Lisbona nel 1938, finito, dopo trent'anni di cronaca, a dirigere la pagina letteraria del quotidiano "Lisboa", il dottor Pereira, colpito da un articolo del giovane saggista Monteiro Rossi sulla morte, lo contatta per ingaggiarlo come praticante per il giornale. Conosce così anche Marta, la sua ragazza, ostile al regime. Il primo scritto, su D'Annunzio, lo sconcerta per la violenza critica nei confronti del poeta, ed egli consiglia al giovane, che ottiene un anticipo in denaro, prudenza e moderazione. Incline a tenersi fuori da questioni politiche, Pereira va in cura alle terme dove incontra il direttore del giornale che lo rimprovera per un racconto di Daudet che termina con le parole: viva la Francia. Al ritorno trova che l'invadente portiera, moglie di un poliziotto e informatrice del regime, ha a disposizione un centralino. Frattanto Marta cerca ancora di indurlo a scrivere contro il regime, ma lui non vuole guai. Tornato alle terme, fa amicizia col dottor Cardoso, che lo introduce ai metodi psicoanalitici ed alla teoria della "confederazione delle anime". Al ritorno a Lisbona incontra Marta che gli dice che Rossi con il cugino sta reclutando uomini anti-franchisti al sud: al cinema, i due assistono ad un documentario di propaganda. L'amico Padre Antonio, critico col franchismo e col Vaticano, gli parla di Mauriac, Claudel, Bernanos e Guernica. Successivamente Monteiro Rossi giunge a casa sua stravolto: il cugino è stato arrestato. Mentre Pereira rifocilla il giovane arriva la polizia politica, che tortura a morte Monteiro minacciando Pereira. Questi con uno stratagemma, fa pubblicare un articolo dettagliato sull'episodio dal giornale: ha scoperto che la sua vita non è finita perché lo attende un nuovo futuro.
Valutazione Pastorale
il film è concentrato sul lento disvelarsi, agli occhi del vecchio, pigro, abitudinario, disincantato giornalista, che prepara in anticipo i suoi necrologi asettici, di un mondo che è radicalmente cambiato. I disordini sedati dalla polizia, i bambini in divisa che si esercitano sotto le sue finestre, le azioni repressive riferite dal cameriere Manuel, il pungolo di Monteiro e le perorazioni di Marta sembrano non intaccare la sua corazza fatta di pigra acquiescenza che riflette la sua antica e per certi versi salutare abitudine di farsi gli affari propri. La figura di Padre Antonio, nel contesto, sembra più frutto della fantasia di uno scrittore di sinistra che un plausibile uomo di Chiesa. Il film sottolinea con linearità, specie nella valida interpretazione di Mastroianni, ben sostenuto da tutti gli altri, la lenta maturazione di Pereira verso l'esplosione del "beau geste" con cui sbugiarderà il regime, in un omaggio postumo al coraggio dei due giovani sovversivi che hanno modificato radicalmente la sua vita. Il taglio cinematografico dato alla vicenda, tuttavia, segue un po' gli stereotipi di un tipo di propaganda che suona oggi alquanto parziale e riduttivo, e se tenta di seguire fedelmente i ritmi del romanzo, ne paga la derivazione letteraria con una lentezza ed una mancanza di mordente cinematografico che penalizzano la cura con cui, a parte qualche incongruenza, il film è stato realizzato.