SOTTO IL CIELO DI PARIGI

Valutazione
Inaccettabile, Negativo
Tematica
Genere
Drammatico
Regia
Michel Bena
Durata
90'
Anno di uscita
1992
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
LE CIEL DE PARIS
Distribuzione
Columbia Tri Star Films Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Michel Beria, Isabelle Coudrier
Musiche
Jorge Arriagada
Montaggio
Catherine Schwartz

Sogg. e Scenegg.: Michel Beria, Isabelle Coudrier-Kleist, Cecile Vargaftig - Fotogr.: (panoramica/a colori) - Mus.: Jorge Arriagada - Montagg.: Catherine Schwartz - Dur.: 90' - Produz.: Sara Films

Interpreti e ruoli

Sandrine Bonnaire (Suzanne), Marc Fourastier (Marc), Paul Blain (Lucien), Eveline Bouix (Clothilde), Tanya Lopert, Armand Del Campe, Niels Dubost, Marie Laure Wicker, Pierre Amzallag

Soggetto

due giovani popolani, Marc e Suzanne, avendo trovato lavoro a Parigi, si trasferiscono dal sud della Francia, alloggiando in un misero appartamento, che dividono amichevolmente, senza problemi sentimentali. Anzi Suzanne all'amica Clothilde, confida le proprie incertezze e ritrosìe nei confronti dei legami matrimoniali. Nei momenti liberi Marc e Suzanne frequentano insieme una piscina: qui Suzanne rischia di annegare per un improvviso malore e viene tratta in salvo da Lucien, che ha problemi d'intesa con i familiari, i quali ne disapprovano il temperamento chiuso e la vita troppo metodica. Suzanne tratta subito il giovane con disinvolta cordialità, e lo invita ad alloggiare nel precario locale che già divide con Marc. Suzanne non appare per nulla disturbata da quell'insolito menage a tre, rimanendo ugualmente amica dell'uno e dell'altro. Marc invece, a causa della propria imbarazzante diversità, prova un misto di attrazione e di gelosia per il nuovo venuto. Quando Suzanne sembra non essere indifferente a un timido corteggiatore che mira al matrimonio e non smette di seguirla, la gelosia di Marc si acuisce. Suzanne tenta anche di farlo uscire dall'omosessualità, prendendo l'iniziativa di un concitato rapporto eterosessuale non riuscito. L'improbabile amicizia a quattro rischia di volgere in tragedia.

Valutazione Pastorale

il tentativo di affrontare il tema dell'omosessualità non è nuovo nel cinema e non si ignora l'atteggiamento di maggior tolleranza nei confronti dell'omosessuale, comune a non pochi giovani delle nuove generazioni. Ma la vicenda è mal raccontata, col tono pseudo psicologico del principiante, fra superficiale e asettico. L'incredibile tolleranza di Suzanne e la sua faciloneria nel dividere la convivenza e il letto con il primo venuto, e di passare con altrettanta superficialità da un letto all'altro, delinea anzi tutto un modello-oca di donna: altra cosa è la comprensione e l'accettazione del diverso, le attenzioni, le premure nei suoi confronti, il rispetto per la sua sofferenza, e altra cosa alternarsi come fa Suzanne dall'una all'altra esperienza con assoluta incoscienza. Ritenere poi di "guarire" l'omosessualità "costringendo" all'eterosessualità equivale ad ignorare completamente il problema. Tutto mal posto in questo film incespicante, tutto all'insegna del vuoto, dello sterile e del completamente arido e senza speranza, con l'aggravante di uno schema narrativo improbabile.

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