STRANE STORIE (RACCONTI DI FINE SECOLO)

Valutazione
Problematico, Raccomandabile, Adatto per dibattiti
Tematica
Metafore del nostro tempo
Genere
Surreale
Regia
Sandro Baldoni
Durata
82'
Anno di uscita
1995
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Lucky Red
Soggetto e Sceneggiatura
Sandro Baldoni, Johnny Dell'Orto ispirato ad alcuni racconti di Sandro Baldoni
Musiche
Autori vari
Montaggio
Dede Devitiis, Vilma Conte

Sogg.: ispirato ad alcuni racconti di Sandro Baldoni - Scenegg.: Sandro Baldoni, Johnny Dell'Orto - Fotogr.: (panoramica/a colori) Renato Alfarano - Mus.: Autori vari - Montagg.: Dede Devitiis, Vilma Conte - Dur.: 82' - Produz.: Film Master Film, Pasodoble, Green Movie, Film Master Clip

Interpreti e ruoli

Ivano Marescotti (l'utente moroso), Silvia Cohen ( l'uomo in vendita), Mariella Valentini ( l'uomo povero del nord), Alfredo Pea (la donna ricca del sud), Flavio Benacci (la donna povera del nord), Consuelo Stangarone (l'uomo ricco del sud), Sebastiano Filodamo (il narratore), Johnny Dell' Orto (la figlia del narratore), Eugenio Ravo (il controllore del treno), Gianfranco Tondini, Carolina Salomè, Roberto Mantovani, Gianni Quillico, Fabrizio Sabbatini

Soggetto

Nello scompartimento di un treno, un padre deve tenere a bada la petulante figlioletta dodicenne che vuole delle storie. Ispirato dalla tosse insistente d'un passeggero appena accomodatosi al suo fianco, lo fa ignaro protagonista della prima storia. Un mattino costui si accorge che gli sta mancando l'aria. La sensazione, sempre più angosciosa, di soffocamento, si spiega: è moroso, e se non si precipita al Palazzo dell'Aria per pagare la bolletta inevasa, rischia di morire soffocato. Pagatala in extremis, dopo varie peripezie per la città e nell'ufficio apposito, non trova di meglio che accendersi una sigaretta. È la volta poi di una giovane donna sola che decide di comprare un uomo al supermarket. Qui ci sono vari modelli: lei sceglie il "Tenero", un timidone di mezza età con parrucchino che però resiste inspiegabilmente a tutte le seduzioni. Risulta poi che è "scaduto", come una bibita, e una volta restituito al supermarket verrà riciclato nel Terzo Mondo. Infine una famiglia "nordista" vede con sospetto affittare l'appartamento di fronte da una ricca famiglia di "terroni". Inizia una guerra psicologica; poi i figli, un maschietto ed una femminuccia per parte, iniziano a farsi i dispetti. I padri si minacciano con le pistole, poi si sparano con i fucili ed i lanciarazzi. Infine il "terrone" ricorre ad un carro armato, e il "nordista" chiude la discussione con una piccola bomba atomica made in Russia, presa a cambiali dalla camorra. I passeggeri, finite le surreali storie, scendono ad una stazione fantasma, e si trovano di fronte alla carcassa sventrata della carrozza del treno Italicus, ora abbandonata tra i rifiuti.

Valutazione Pastorale

Nel panorama, per lo più squallido, della cosiddetta commedia all'italiana, ecco finalmente una pellicola intelligente, graffiante, surreale, opera prima del regista umbro Sandro Baldoni, che con Johnny Dell'Orto ha scritto una delle più interessanti sceneggiature di questi ultimi tempi. Il bravo Ivano Marescotti, affiancato da un cast che meriterebbe maggiore presenza sui nostri schermi, consuma una vera e propria vendetta della banalità, volgarità e crudeltà dell'italico vivere quotidiano, con tutti i suoi luoghi comuni, le sue città disumanizzate, la sua televisione insulsa e cialtrona, le sue manie, le sue ostilità scontate e segrete, le sue solitudini esistenziali e le sue miserie pubbliche e private. Un quadro popolato di figure quanto mai attuali, colte nel loro agitarsi, con il sottofondo di una televisione che distribuisce drammi vicini e lontani come Bosnia e Ruanda, offerte di organi a poco prezzo, beni di consumo ai limiti dell'assurdo. I bambini giocano a "Torturator", un videogioco in cui vince chi fa morire tra le più atroci torture un prigioniero, ed i vicini che si sparano ricordano purtroppo una realtà che basterebbe girare l'angolo, o spostarsi di alcuni chilometri, per essere vissuta. Ma ormai essa è diventata un'immagine sul piccolo schermo, intercambiabile con la réclame di un detersivo o la scena violenta di un film. Un riuscito carosello di nevrosi, miserie e crudeltà quotidiane che costellano l'incedere dell'homo italicus e della sua compagna nelle trappole della savana nazionale, dove ormai sembra mancare un qualsiasi punto di riferimento; una salutare riflessione che merita certamente un approfondimento da parte del pubblico.

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