TACCHI A SPILLO

Valutazione
Inaccettabile, Negativo
Tematica
Genere
Drammatico
Regia
Pedro Almodovar
Durata
117'
Anno di uscita
1992
Nazionalità
Spagna
Titolo Originale
TAJONES LEJANOS
Distribuzione
Filmauro
Soggetto e Sceneggiatura
Pedro Almodovar
Musiche
Ryuichi Sakamoto
Montaggio
José Salcedo

Sogg. e Scenegg.: Pedro Almodovar - Fotogr.: (panoramica/a colori) Alfredo Mayo - Mus.: Ryuichi Sakamoto - Montagg.: José Salcedo - Dur.: 117' - Produz.: El Deseo, Ciby 2000

Interpreti e ruoli

Victoria Abril (Rebeca), Marisa Paredo (Becky), Miguel Bosè (Letal/Dominguez), Ana Lizaran (Margarita), Cristina Marcos (Paula), Feodor Atkine (Manuel), Bibi Andersen, Pedra Diez Del Corral, Nacho Martinez, Miriam Diaz-Aroca, Mairata O'Wisiedo

Soggetto

Rebeca, sposata con Manuel, giornalista, ex amico della madre, Becky del Paramo, sta per tornare dal Messico dopo dieci anni d'assenza. All'aereoporto ripensa ad un episodio che ha segnato la sua infanzia, un gioco crudele del patrigno che ha finto di venderla a degli indigeni durante una vacanza ai Caraibi. Per vendicarsi la piccola ha scambiato le pillole ricostituenti con i tranquillanti nella borsa dell'uomo che si schianta contro un albero con la macchina per un colpo di sonno. Rebeca pensa così di aver tutto per sé l'amore della madre per la quale nutre una sconfinata ammirazione, ma la donna, innamorata solo della sua carriera di cantante e sensibile alle profferte dei corteggiatori di turno non concede molto spazio all'unica figlia. Costei ha fatto amicizia con un travestito, Femme Letal, che canta in un ritrovo gay, il Villarosa, dove Rebeca con la madre e marito vanno per festeggiare il ritorno di Becky. Dopo lo spettacolo, Letal improvvisamente assale Rebeca che finisce per cedere alle sue avances. Successivamente Manuel viene trovato ucciso, e il giudice Edoardo Dominguez indaga sul caso, interrogando una collega di Rebeca, Isabel, che traduce per sordomuti le notizie lette dall'altra in televisione ed aveva una relazione con Manuel, e la madre. Le tre donne hanno tutte visto l'uomo nella notte del delitto, del quale, a sorpresa, si autoaccusa in diretta Rebeca, finendo in carcere, dove scopre di essere incinta. Non trovandosi l'arma del delitto, il giudice scarcera Rebeca, che invece ha nascosto la pistola nel televisore. Poi il giudice fa sapere a Rebeca che Letal la attende al suo nuovo spettacolo. Dapprima riluttante, ella finisce per recarsi al Villarosa, dove ha la rivelazione che Letal e il giudice non sono che la stessa persona. Edoardo-Letal vuole tra l'altro sposarla. Frattanto la madre, che ha ripreso a cantare, ha un infarto. Sul letto di morte, accetta di lasciare le sue impronte sull'arma del delitto per scagionare la figlia e consentirle una nuova vita.

Valutazione Pastorale

a parte il travestimento di Bosé che canta e ancheggia come una fatalona e la ridicola sequenza del balletto delle detenute nel carcere non si notano altre bizzarrie dell'estroso regista iberico. Il resto risulta appesantito dal tentativo del regista di svolgere il suo compito con cura, stando attento a non sbagliare sintassi cinematografica e finendo invece per cadere nella noia. L'ambiguità del giudice è assai poco credibile, così come solo l'antefatto relativo all'infanzia di Rebeca riesce ad essere convincente, mentre del tutto stucchevoli sono le interminabili sequenze da telenovela tra madre e figlia perennemente in lacrime. Né ci si può consolare con l'aspetto "giallo" della vicenda, del tutto posticcio. Qui, a parte la seduzione di Rebeca ad opera di Letal, e le solite intemperanze di linguaggio, non ci sono cadute di gusto pesanti come in altri film; ma la vicenda e lo squallore morale che avvolge tutti i personaggi, nessuno escluso, motivano un giudizio negativo.

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