THE LADY – L’AMORE PER LA LIBERTA’

Valutazione
Consigliabile, Semplice, Adatto per dibattiti
Tematica
Donna, Famiglia, Libertà, Matrimonio - coppia, Politica-Società, Potere, Storia
Genere
Drammatico
Regia
Luc Besson
Durata
127'
Anno di uscita
2012
Nazionalità
Francia, Gran Bretagna
Titolo Originale
The Lady
Distribuzione
Good Films
Musiche
Eric Serra
Montaggio
Julien Rey

Orig.: Francia/Gran Bretagna (2011) - Sogg. e scenegg.: Rebecca Frayn - Fotogr.(Scope/a colori): Thierry Arbogast - Mus.: Eric Serra - Montagg.: Julien Rey - Dur.: 127' - Produz.: Virginie Besson Silla, Andy Harries per Europa Corp, Left Bank Pictures.

Interpreti e ruoli

Michelle Yeoh (Aung San Suu Kyi), David Thewlis (Michael Aris), Jonathan Raggett (Kim Aris), Jonathan Woodhouse (Alexander Aris), Susan Woodhouse (Lucinda Philips), Benedict Wong (Karma), Htun Lin (generale Ne Win), Agga Poechit (Than Shwe), William Hope (James Baker), Victoria Sanvalli . (Ma Then)

Soggetto

Aung San Suu Kyi, da Londra dove vive con il marito Michael e i due figli Kim e Alexander, torna nella natia Birmania dove il regime militare sta soffocando ogni anelito di vivere civile. Ben presto ridotta agli arresti domiciliari, Aung tuttavia non si arrende e intorno a lei nasce un movimento di opposizione alla dittatura che cresce sempre di più fino a mettere in difficoltà i generali al potere. Ben ferma sulle proprie posizioni pacifiste, Aung porta la Birmania all'attenzione internazionale, al punto che nel 1991 viene premiata con il Nobel per la Pace, ritirato a Stoccolma dal marito e dai figli. Messa di fronte alla consapevolezza che se decide di tornare a Londra dalla famiglia, non potrà più rientrare nel proprioPaese, Aung sceglie di restare e continuare la battaglia.

Valutazione Pastorale

"Un giorno - spiega Luc Besson- Michelle Yeoh mi ha portato una sceneggiatura avvincente su Aung San Suu Kyi, e mi ha detto che cercava un produttore. Ho letto il copione, mi sono commosso per la storia di questa donna, ho risposto a Michelle che volevo collaborare al progetto e che se non aveva ancora un regista, mi proponevo io (...). Raccontare la storia di un personaggio ancora vivente senza poterlo incontrare è sempre frustrante. C'è il timore di non essere fedeli alla realtà o, al contrario, di restare troppo legati ad essa (...)". Questo 'timore' espresso da Besson si è rivelato autentico e non facile da evitare. Lavorando su materiali molto abbondanti ma tutti preesistenti (i rapporti di Amnesty International, qualche libro su di lei...), il regista francese ha optato per una soluzione narrativa di taglio biografico (si comincia dall'uccisione del padre quando Aung ha tre anni) che arriva fino ad oggi, coprendo quindi quaranta anni di storia. Messo di fronte ad un copione fitto di pagine altamente drammatiche, Besson ha dato spazio alla propria inclinazione di cantore di vicende forti, guardate però con l'occhio affabulatore di sentimenti ed emozioni. La passione per la libertà, per la quale Aung sacrifica anche la famiglia, si diffonde attraverso scene di massa, rivolte, sofferenze, sacrifici, affetti ritrovati e persi. Lo sguardo avvicina più la convenzionalità del melò che l'asciuttezza della denuncia. Per questi motivi il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, e semplice per il modo immediato con cui ritrae una figura femminile autentica e importante.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria (durata: 127') e in successive occasioni per affrontare riflessioni sulla protagonista e sul rapporto cinema/storia.

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