THE LOST CITY

Valutazione
Accettabile, semplice
Tematica
Emigrazione, Famiglia - genitori figli, Libertà, Politica-Società, Storia
Genere
Drammatico
Regia
Andy Garcia
Durata
143'
Anno di uscita
2006
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
The Lost City
Distribuzione
CDE-Buena Vista International Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Andy Garcia, Guillermo Cabrera Infante dal romanzo "Tre tristi tigri" di Guillermo Cabrera Infante
Musiche
Andy Garcia
Montaggio
Christopher Cibelli, Jeff Williams

Orig.: Stati Uniti (2005) - Sogg.: dal romanzo "Tre tristi tigri" di Guillermo Cabrera Infante - Scenegg.: Andy Garcia, Guillermo Cabrera Infante - Fotogr.(Panoramica/a colori): Emmanuel Kadosh - Mus.: Andy Garcia - Montagg.: Christopher Cibelli, Jeff Williams - Dur.: 143' - Produz.: Andy Garcia, Frank Mancuso jr.

Interpreti e ruoli

Andy Garcia (Fico Fellove), Inès Sastre (Aurora), Tomas Milian (Federico Fellove), Dustin Hoffman (Meyer Lansky), Bill Murray (lo scrittore), Jsu Garcia ('Che' Guevara), Enrique Murciano (Ricardo Fellove), Nestor Carbonell (Luis Fellove), Lorena Feijòo (Leonela), William Marquez (Rodney), Gonzalo Menendez (Fidel Castro), Dominik Garcia Lorido . (Mercedes Fellove)

Soggetto

L'Avana, fine anni '50. In una benestante famiglia cubana, Fico, uno dei figli, direttore del night club Il Tropico, si trova inaspettatamente contro i due fratelli, che aderiscono alla rivoluzione messa in atto da Fidel Castro contro il regime di Batista. Dopo aver cercato di opporsi, quando il suo locale viene chiuso, Fico decide di lasciare l'isola e andare negli Stati Uniti. Arriva a New York e per qualche tempo lavora nella cucina di un ristorante, prima di essere avvicinato da un boss (che aveva già conosciuto a Cuba) che lo aiuta ad aprire un nuovo locale notturno. E per Fico arriva di nuovo il successo.

Valutazione Pastorale

L'ispirazione é nata dal romanzo "Tre tristi tigri" di Guillermo Cabrera Infante, ma nella scrittura del copione Andy Garcia ha messo molto della propria storia di cubano esule negli States. Nel forse troppo lungo racconto (2 ore e 20'), Garcia riversa il dolore di chi ha dovuto lasciare la propria Patria, l'amarezza per gli affetti lasciati, la famiglia, l'ambiente, la musica. Non c'è dubbio che sentimenti ed emozioni incalzano con grande vigore, e il tono struggente di alcuni brani musicali accresce la sensazione della nostalgia. Questa forte partecipazione personale tradisce tuttavia un po' la freschezza della narrazione, che tocca in più passaggi il melò, quasi il cineromanzo. L'urgenza dei ricordi e dei torti subiti rendono comunque lo snodarsi dei fatti e delle sfumature esistenziali sincero e condivisibile. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come accettabile e del tutto semplice. UTILIZZAZIONE: il film mpuò essere utilizzato in programmazione ordinaria e proposto anche nell'ambito dei rapporti tra cinema e Storia.

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