Tramonto

Valutazione
Complesso, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Famiglia, Guerra, Politica-Società, Storia
Genere
Storico/Drammatico
Regia
Laszlo Nemes
Durata
142'
Anno di uscita
2019
Nazionalità
Francia, Ungheria
Titolo Originale
Napszállta
Distribuzione
Movies Inspired
Soggetto e Sceneggiatura
Clara Royer, Matthieu Taponier, László Nemes
Fotografia
Mátyás Erdély
Musiche
László Melis
Montaggio
László Rajk

Prod.: Gábor Rajna, Gábor Sipos

Interpreti e ruoli

Juli Jakab . (Írisz Leiter), Vlad Ivanov (Oszkár Brill), Marcin Czarnik (Sándor), Evelin Dobos (Zelma)

Soggetto

Budapest, 1913. Un’epoca di grandi fasti, ma pronta a scivolare in poco tempo nel baratro della Prima guerra mondiale. La giovane modista Irisz Leiter, arriva in città per rintracciare le proprie origini, dopo la misteriosa morte dei genitori. Una ricerca che si fa subito ansiosa e serrata, tanto da condurla a scoprire le crepe di un tessuto politico-sociale sull’orlo della sommossa…

Valutazione Pastorale

Nato in Ungheria nel 1977, László Nemes si è formato prima nella scuola cinematografica europea, con Béla Tarr, e poi negli Stati Uniti. Nel 2015 ha portato al Festival di Cannes il suo film d’esordio, "Il figlio di Saul", salutato come promettente autore, vincendo poi l’Oscar nel 2016 nella categoria miglior film straniero. A Venezia 75 Nemes era in concorso con "Tramonto", quadro storico della Budapest di inizio secolo, una città simbolo di grande ricchezza imperiale, ma pronta a scivolare in poco tempo nel baratro della guerra mondiale. Con una regia tutta fatta di primi piani e pedinamenti, Nemes conferma di possedere grandi doti di scrittura e racconto, che gli permettono di raggiungere una forte carica visionaria. L’opera tuttavia resta confusa e un po’ disordinata, impiegando oltre due ore per raccontare ciò che il titolo, appunto "Tramonto” aveva già anticipato: il crollo dell’Impero austro-ungarico”. Dopo il folgorante esordio l’opera seconda di un regista può rivelarsi talvolta una sfida ardua e a tratti angosciante, Nemes invece mostra di essere un autore con idee chiare e uno stile narrativo riconoscibile. Suggestive e convincenti sono alcune inquadrature (vedi il poetico inizio), capaci di richiamare in alcuni passaggi lo sguardo magnetico di Bergman. Il rischio però è che ne derivi un quadro elegante e al tempo stesso complicato nel quale lo stile si mangia il racconto. Il film, dal punto di vista pastorale può essere considerato complesso, problematico, adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni, come proposta di studio e di riflessione intorno alla Prima guerra mondiale e agli eventi a essa collegati: l’idea di Impero, Ungheria, i progressivi cambiamenti dell’Europa.

Le altre valutazioni

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