Miniserie disponibile sulla piattaforma Netflix
Interpreti e ruoli
Aria Mia Loberti (Marie), Louis Hofmann (Werner ), Mark Ruffalo (Daniel), Hugh Laurie (Etienne ), Lars Eidinger (Reinhold von Rumpel), Marion Bailey (Madame Manec)
Soggetto
Francia, 1944. Negli ultimi accessi combattimenti, tra l’imminente arrivo delle truppe statunitensi e le ostilità dei nazisti ancora su suolo francese, a Saint-Malo c’è Marie, una ragazza non vedente, che trasmette illegalmente da una postazione radio in casa. Nell’assenza dell’amato padre Daniel e dello zio Etienne, impegnati nella resistenza, la giovane mantiene vivo il morale della gente e al contempo diffonde messaggi in codice per gli alleati. Sulle sue tracce due soldati tedeschi, il brillante radiofonista Werner, ammaliato dalla sua voce, e lo spietato ufficiale Von Rumpel...
Valutazione Pastorale
Nel 2014 il romanzo dello scrittore Anthony Doerr, "Tutta la luce che non vediamo", ha riscosso un immediato successo, posizionandosi per oltre 200 settimane nella classifica dei best seller del “New York Times” (con oltre 5.7 milioni di copie vendute solo in Nord America), un traguardo suggellato poi dal Premio Pulitzer per la narrativa nel 2015. Il passo verso Hollywood è stato breve. A portarlo infatti sullo schermo, nella formula della miniserie, sono due autori di successo: il regista Shawn Levy e lo sceneggiatore Steven Knight. Il primo ha diretto "Free Guy" (2021), "The Adam Project" (2022) e diversi episodi della serie "Stranger Things"; il secondo ha firmato la serie britannica "Peaky Blinders" (2013-22). Con il coinvolgimento di Netflix, la miniserie "Tutta la luce che non vediamo" ha preso rapidamente forma, con un cast composto dai giovani Aria Mia Loberti e Louis Hofmann insieme ai rodati Mark Ruffalo, Hugh Laurie, Lars Eidinger e Marion Bailey. Tutta la luce che non vediamo esplora diversi temi rilevanti nella cornice storica della Seconda guerra mondiale. Anzitutto il coraggio di Marie, che nonostante la sua disabilità visiva, si dimostra fiduciosa e pronta all’aiuto dei cittadini impegnati nella resistenza contro la brutalità delle forze naziste. Marie, rimasta sola nella grande casa di Saint-Malo, senza più notizie né del padre Daniel né dello zio Etienne, si adopera al suo meglio nel tenere vivo il morale della comunità locale trasmettendo da una piccola stazione radiofonica in soffitta. Dalla radio racconta i grandi romanzi avventurosi di Jules Verne e al contempo diffonde segnali in codice per le forze alleate. Marie non vacilla neanche quando viene a sapere che un ufficiale nazista la sta cercando, le dà la caccia spietatamente. La giovane eroina ha un atteggiamento luminoso nel condurre la sua battaglia, non facendosi mettere in scacco né dalla sua disabilità né dalla minaccia del male. Altro tema è il legame della ragazza con le due figure maschili della sua famiglia: il padre Daniel e lo zio Etienne. Il primo è uno studioso e curatore museale, che fa di tutto per custodire l’integrità delle opere d’arte minacciate dall’avidità nazista. Daniel ha cresciuto da solo la figlia Marie a Parigi, insegnandole a muoversi autonomamente per la grande città senza mai farsi frenare dalla sua disabilità; una scuola di libertà nel segno della tenerezza e della fiducia. Quando porta Marie sulla costa, a Saint-Malo, sa di averla preparata al meglio per affrontare i giorni incerti della sua assenza. E poi c’è lo zio Etienne, che vive rintanato in casa, bloccato nell’elaborare i traumi lasciati dalla Grande guerra, che grazie alla presenza di Marie ritrova la spinta per ritornare a fronteggiare il male, per rimettersi in partita con la vita e combattere per un orizzonte di pace. Infine, da non dimenticare il personaggio del radiofonista Werner, obbligato ad accettare la leva nazista per proteggere la sorella; pur indossando una divisa, il giovane non viene contaminato nell’animo dal germe della violenza, del male. Werner ascolta la voce di Marie, ne è affascinato, lo aiuta a custodire sentimenti puliti nell’animo, così la protegge dai suoi superiori depistandoli. Nel complesso, al di là di qualche scivolata didascalica e mielosa, "Tutta la luce che non vediamo" è un racconto che funziona e i suoi personaggi risultano convincenti, ben caratterizzati; in particolare, Marie conquista per la sua determinazione e acutezza, mai limitata dalla condizione di disabilità. La miniserie è dolente e dolce, dal sapore educativo, che si apprezza soprattutto per l’ottima confezione formale, tra l’accurata messa in scena e i validi effetti visivi, come pure per la linea del racconto serrato e avvincente, tra dramma bellico, romanzo di formazione e mélo sentimentale. Miniserie consigliabile, problematica, per dibattiti.