Serie disponibile sulla piattaforma Netflix
Interpreti e ruoli
Federico Cesari (Daniele ), Fotinì Peluso (Nina ), Andrea Pennacchi (Mario ), Vincenzo Crea (Gianluca ), Vincenzo Nemolato (Madonnina), Ricky Memphis (Pino ), Filippo Nigro (dottor Mancino), Raffaella Lebboroni (dottoressa Cimaroli), Bianca Nappi (Rossana), Flaure B.B. Kabore (Alessia), Michele La Ginestra (Angelo ), Carolina Crescentini (Giorgia), Valentina Romani (Angelica)
Soggetto
Roma oggi, due anni dopo l’esperienza del Tso nel centro ospedaliero guidato dalla dott.ssa Cimaroli, Daniele si sta laureando in Scienze infermieristiche ed è pronto a ritornare nella stessa struttura come tirocinante. È grato per l’aiuto ricevuto e vuole fare lo stesso per altre persone che, come lui, hanno vissuto un periodo di sbandamento. Sul fronte personale, è finita in malo modo la sua storia con Nina, ma a tenerli uniti è la figlia Maria. Daniele si troverà a gestire giorni difficili tra gli incarichi in ospedale e una battaglia legale per la custodia della piccola…
Valutazione Pastorale
Il cinema e le serie Tv ci hanno abituati ormai da diversi anni a un racconto della malattia come pure della disabilità lontano dal prevedibile, dall’usurato registro drammatico, ricorrendo generi, approcci, diversi. Nuovi sguardi con cui raccontare la realtà o rompere tabù narrativi. Tra gli ultimi in evidenza c’è la serie Netflix “Tutto chiede salvezza” diretta da Francesco Bruni e ispirata al romanzo omonimo di Daniele Mencarelli (Mondadori), con Federico Cesari, Fotinì Peluso, Andrea Pennacchi, Filippo Nigro e Raffaella Lebboroni. Prodotta da Picomedia e diffusa nel 2022 dal colosso streaming, la serie ha subito raccolto consensi di pubblico e critica per la sua capacità di affrontare gli affanni dell’umano. A distanza di due anni arriva la seconda stagione (5 episodi dal 26 settembre), recuperando le storie dei protagonisti e introducendo nuovi personaggi, tra questi: Valentina Romani e Drusilla Foer. La storia. Roma oggi, due anni dopo l’esperienza del Tso nel centro ospedaliero guidato dalla dott.ssa Cimaroli, Daniele si sta laureando in Scienze infermieristiche ed è pronto a ritornare nella stessa struttura come tirocinante. È grato per l’aiuto ricevuto e vuole fare lo stesso per altre persone che, come lui, hanno vissuto un periodo di sbandamento. Sul fronte personale, è finita in malo modo la sua storia con Nina, ma a tenerli uniti è la figlia Maria. Daniele si troverà a gestire giorni difficili tra gli incarichi in ospedale e una battaglia legale per la custodia della piccola… Non era un’operazione facile dare un seguito alla serie “Tutto chiede salvezza”, che si era presentata nel 2022 con un grado di innovazione e freschezza narrativa sia per il racconto del disagio mentale sia per lo stile, esplorando dramma, commedia e sfumature del sentimento. La prima stagione raccontava il percorso di Daniele, dalla caduta alla risalita dopo sette giorni di Trattamento sanitario obbligatorio (Tso), allargando poi il campo dello sguardo ai suoi compagni di degenza. Storie di ultimi tra pagine di dolori, tenerezze e desideri di riscatto. Un orizzonte narrativo che sembrava concluso, senza troppe opportunità di esplorazione. Il regista-sceneggiatore Francesco Bruni insieme a Daniela Gambaro e allo scrittore Daniele Mencarelli ha trovato una valida chiave narrativa: dare seguito alla storia di Daniele, al suo tentativo di rimettersi in partita con la vita tra il lavoro di infermiere e quello di scrittore. La prospettiva di partenza e lo stile di racconto restano sempre validi, ricercati, nella seconda stagione; la traiettoria di Daniele, tra colleghi e degenti della struttura ospedaliera, continua ad essere interessante e coinvolgente, per la capacità di approfondimento della dimensione introspettiva e delle fragilità esistenziali. A ben vedere, però, lo svolgimento appare più stentato, marcato da poca fluidità narrativa; funzionano sì i nuovi comprimari, con il loro bagaglio di irrisolti, ma la linea del racconto risulta meno solida, addizionata da qualche furbizia, accelerando poi verso un finale commovente sì ma troppo semplificato, a tratti sbrigativo. Serie complessa, problematica, per dibattiti.
Utilizzazione
Serie indicata per un pubblico adulto e di adolescenti accompagnati.