Sogg. e Scenegg.: Helen Garner - Fotogr.: (panoramica/a colori) Geoffrey Simpson - Mus.: Paul Grabowsky - Montagg.: Nicholas Beauman - Dur.: 92' - Produz.: Jan Chapman
Interpreti e ruoli
Lisa Harrow (Beth), Bruno Ganz (Jean Pierre), Herry Fox (Vicki), Miranda Otto (Annie), Kiri Paramore (Jim), Bill Hunter, Lex Mrinos, Mickey Camilleri, Lynne Murphy, Claire Haywood, Leanne Bundy
Soggetto
in Australia, ad Adelaide, Beth sposata con un immigrato francese, Jean Pierre, ha una figlia avuta da un altro, Annie. Il loro ménage vive stancamente, con tradimenti reciproci e continue ripicche ed osservazioni: lei è tuttavia ancora innamorata, e lui non ha il coraggio di andarsene, distraendosi con la relazione con una giovane donna. Il tran tran è bruscamente interrotto dal ritorno a casa di Vicki, la sorella di Beth, più giovane, reduce da un lungo viaggio all'estero. La ragazza è incinta, e Beth la consiglia, nonostante le reticenze di lei, ad abortire. Un altro nuovo elemento si aggiunge al mosaico familiare: un giovane studente, Tim, che ha in affitto una stanza, ha fatto naturalmente amicizia con la coetanea Annie, con la quale suona a quattro mani lo stonato pianoforte di casa. I genitori di Beth e Vicki e una coppia di vicini fanno da contorno. Beth ha un rapporto critico ma intenso col padre, e decide di fare un viaggio da sola con lui per chiarire i dissapori e le incomprensioni che l'hanno sempre tormentata fin da bambina. I due partono in macchina per un lungo viaggio attraverso il Simpson desert, allucinante distesa di sabbia color fuoco. I due bisticciano, parlano del loro rapporto, dell'esistenza di Dio, della morte. Intanto Vicki, che ha trovato un lavoro, e Jean Pierre si sentono attratti reciprocamente e allacciano una relazione. Al ritorno di Beth, l'uomo, che nel frattempo ha ottenuto la cittadinanza, confessa la storia con Vicki a Beth, che ne è sconvolta. I due si lasciano, e mentre Jean Pierre e Vicki trovano un appartamento Beth, pur sofferente per la perdita della sorella e dell'uomo che ama, decide di continuare a vivere la sua vita.
Valutazione Pastorale
narrato con toni da psicodramma e neorealismo, questo film riesce a dipingere con efficacia il vuoto morale ed esistenziale che caratterizza la vita di tanti cittadini australiani, spesso, come Jean Pierre, sradicati dalla loro terra ed incapaci di inserirsi a fondo nel tessuto sociale di un paese ancora alla ricerca di una dimensione storica che faccia da mediatore tra le grandissime potenzialità economiche e geografiche ed un mosaico umano quanto mai composito e percorso da tensioni, lacerazioni, avvilimenti, chiusure che ciascuna etnia vive in fondo a suo modo. Così si assiste al continuo porre domande di Beth a tutti, e soprattutto al padre, o al comportamento del marito, che si difende con frasi "storiche" condite di umor nero e osservazioni pungenti. Ma l'aspetto più allarmante è l'assoluta mancanza di un "fondo" morale nei personaggi della vicenda. A cosa vale infatti la lacrimuccia postuma che affiora sugli occhi di Beth che assiste ad un parto in televisione, ed al contemporaneo sconforto di Vicki che assiste altrove alla stessa scena? L'assoluta disinvoltura con cui la donna consiglia la sorella ad abortire e le frasette tranquillizzanti con cui la consola sono agghiaccianti, e purtroppo di terribile attualità. Così il rapporto tra Jean Pierre e Vicki nasce all'insegna del soddisfacimento di un capriccio, ed il suo carattere effimero è ammesso dallo stesso Jean Pierre a Beth, quando ammette che non sa quanto potrà resistere una donna giovane con lui. Non basta certo la freschezza dei due ragazzi, (ma quanto durerà l'innocenza del loro rapporto?) a bilanciare un quadro del tutto desolante.
