UN PADRE, UNA FIGLIA

Valutazione
Consigliabile, Problematico, dibattiti **
Tematica
Famiglia, Famiglia - genitori figli, Matrimonio - coppia, Politica-Società
Genere
Drammatico
Regia
Cristian Mungiu
Durata
127'
Anno di uscita
2016
Nazionalità
Belgio, Francia, Romania
Titolo Originale
Bacalaureat
Distribuzione
Bim Distribuzione
Musiche
brani di autori vari
Montaggio
Mircea Olteanu

Orig.: Romania/Francia/Belgio (2016) - Sogg. e scenegg.: Cristian Mungiu - Fotogr.(Scope/a colori): Tudor Vladimir Panduru - Mus.: brani di autori vari - Montagg.: Mircea Olteanu - Dur.: 127' - Produz.: Cristian Mungiu, Pascal Caucheteux, Grégoire Sorlat, Vincent Maraval, Jean Pierre e Luc Dardennen per Mobra Films, Why Not Productions, Les Films Du Fleuve - 69° FESTIVAL DI CANNES (2016)PREMIO PER LA MIGLIOR REGIA (EX AEQUO CON 'PERSONAL SHOPPER' DI OLIVIER ASSAYAS).

Interpreti e ruoli

Adrian Titieni (Romeo), Maria Dragus (Eliza), Lia Bugnar (Magda), Malina Malovici (Sandra), Vlad Ivanov (ispettore capo), Gelu Colgeac (Presidente Commissione d'esame), Adrian Vancica (Gelu), Gheorghe Ifrim (agente Sandu), Emanuel Parvu (Ivascu avvocato d'accusa), Rares Andrici (Marius), Liliana Mocanu (sig.ra Bulai), Orsolya Moldovan (Csilla), David Hodorog . (Matei)

Soggetto

Romania oggi. In una cittadina della Transilvania, Romeo, medico cinquantenne, sopporta un matrimonio fallimentare solo nell'attesa che sua figlia Eliza, diciottenne, arrivi al momento in cui, diplomatasi, andrà a continuare gli studi in Inghilterra. La mattina dell'esame però, la ragazza viene aggredita sulla via per la scuola. Potrà lo stesso affrontare quell'esame per lei decisivo?...

Valutazione Pastorale

Avendovi vinto la Palma d'oro nel 2007 con "4 mesi,3 settimane,2 giorni", il premio per la migliore sceneggiatura nel 2012 per "Oltre le colline", e il premio per la migliore regia nel 2016 con quest'ultimo, si potrebbe dire che Mungiu sia un prediletto dai giurati di Cannes. Si potrebbe, per aggiungere però subito dopo che la qualità del suo cinema è tale da certificarne un valore assoluto, di novità e di prospettiva. In ciascuno dei tre titoli sopra ricordati, il regista non ha paura di descrivere situazioni e personaggi destinati a finire nel recinto di dilemmi morali sempre più stringenti, l'uscita dai quali appare sempre più difficile e problematica. Anche qui, quella che comincia come una iniziativa per aiutare la figlia a superare un'azione in fin dei conti subita, si allarga fino a diventare a poco a poco il territorio di scelte etiche di crescente dimensione, che mettono in campo opportunismo, favoritismi da un lato, pentimento, delusione dall'altro. Eppure Mungiu si tiene lontano dalla denuncia. Il suo Romeo porta su di se il fallimento del proprio Paese ma non chiede vendetta. Vuole che la figlia abbia le possibilità che lui non ha avuto e in questo mette rabbia, caparbietà, determinazione. A costo di andare contro le istituzioni e i luoghi comuni. E' desolato il quadro che emerge dal racconto, quello di un Paese sconfitto e ferito, collettivamente e anche individualmente. Sono sconfitti Romeo, la moglie Magda, il poliziotto, i vari funzionari dello Stato, forse Eliza con la rinuncia a partire (ma sarà così?) compie il gesto più rivoluzionario. Di certo Mungiu ha scritto un altra pagina straziata e dolorosa di cronaca e di storia. Affidata ad un controcanto di compatta forza espressiva, e sorretto da uno sguardo acuto e forte, dettagliato anche nei minimi particolari di contorno. Un cinema come scandaglio della realtà nelle sue infinite, imprevedibili variazioni, un approccio alle cose tangibili e vere che fanno tremare quando ne disturbi l'equilibrio. Film che accosta il non toccabile e che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, problematico e da affidare a dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria come proposta di importante cinema d'autore europeo, moderno per espressività e attualità, senz'altro da approfondire con molti contributi sugli argomenti e sulle modalità di regia.

Le altre valutazioni

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