Orig.: Cile, Stati Uniti, Germania, Spagna (2017) - Sogg. e scenegg.: Sebastian Lelio, Gonzalo Maza - Fotogr.(Scope/a col.): Benjamin Echezarreta - Mus.: Matthew Herbert - Montagg.: Soledad Salfate - Dur.: 104' - Produz.: Juan de Dios Larrain, Pablo Larrain, Sebastian Lelio, Gonzalo Maza - 67° FESTIVAL DI BERLINO 2017, ORSO D'ARGENTO PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA, MENZIONE SPECIALE DELLA GIURIA ECUMENICA,TEDDY AWARD COME MIGLIOR FILM.
Interpreti e ruoli
Daniela Vega (Marina), Francisco Reyes (Orlando), Aline Kuppenheim (Sonia), Luis Gnecco (Gabo), Amparo Noguera (Adriana), Antoniam Zegers (Alessandra), Roberto Farias (medico), Nicolas Gil Saavedra (Bruno), Nestor Cantillana (Gaston), Alejandro Goic (dottore), Sergio Hernandez (insegnante di canto)
Soggetto
Una sera, usciti dal ristorante dove hanno festeggiato il compleanno di lei, Orlando accusa un malore e muore. Per Marina, di venti anni più giovane del suo compagno, comincia un periodo molto difficile...
Valutazione Pastorale
Il nodo centrale si evidenzia quando appare evidente la vera identità di Marina. Un nodo narrativo che evolve verso una conclusione drammatica per la quale servono risposta forte e nervi saldi. Tutto risiede nella possibilità di Marina di affermare una identità troppo a lungo nascosta. Funziona il tono liberatorio verso cui si dirige il racconto, avviato a sostenere un diritto evidentemente ancora non troppo accettato. Nel ruolo di Marina, una Daniela Vega misteriosa, severa e capace di forti reazioni emotive. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e da affidare a dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare come proposta d'autore per un'opera stratificata e da leggere e meditare con attenzione. Anche per affrontare riflessione sullo stato di salute del Cile, oggi.