Sogg.: tratto dal romanzo di Beryl Bainbridge - Scenegg.: Charles Wood - Fotogr.: (panoramica/a colori) Dick Pope - Mus.: Richard Hartley - Montagg.: Jon Gregory - Dur.: 116' - Produz.: Hilary Heath, Philip Hinchcliffe
Interpreti e ruoli
Hugh Grant (Meredith Potter), Alan Rickman (P.L. O' Hara), Georgina Cates (Stella Bradshaw), Alun Armstrong (Zio Vernon), Rita Tushingham (Zia Lily), Peter Firth, Prunella Scales, Alan Cox, Edward Petherbridge, Nicola Pagett, Carol Drinkwater, Clive Merrison, Gerard Mc Sorley, Ruth Mc Cabe, James Frain, Pat Laffan, Patti Love, Hilary Reynolds
Soggetto
una bimba piccolissima piange abbandonata sola in una culla. Qualche anno più tardi, assiste, di nuovo sola, al crollo di un intero edificio. Ed eccola appena adolescente in casa di uno zio insofferente e di un'asettica zia Lily: è Stella Bradshaw, una sedicenne dalle fattezze graziose e dall'apparenza fragile, in realtà impertinente e piena di voglia di vivere e agire. Zio Vernon, non riuscendo più a sopportarne le bizzarrie, decide di assecondare le smanie di Stella per il teatro, con un posto di assistente di direzione in un teatro di Liverpool. E' il 1950. Stella si dà da fare con entusiasmo: pulisce gli specchi nei camerini degli attori; conosce le stravaganze e le stranezze delle attrici; si imbatte nelle maldestre avance del personale più immaturo; aiuta ad allestire fondali; prende appunti di una precisione e di una pertinenza sorprendente; si crede innamorata del regista Meredith Potter che le ha assegnato una particina; viene circuita dal maturo P.L. O' Hara che recita con artificiosa ampollosità. L'intero cast è messo sossopra dalla presenza della sprovveduta e smaliziata giovane che veste con cattivo gusto, con un cappelluccio sempre calcato in testa. Sconvolta dalla scoperta dell'omosessualità del regista Meredith Potter, di cui s'è fatta un idolo, delusa e smarrita si concede al maturo P.L. O' Hara, preso dal suo fascino acerbo. Ma quando, in una discussione, fra Meredith e O' Hara, il regista si sente richiamato perché delude un giovane inserviente che spasima per lui, piccato risponde a O' Hara se sia da meno il suo sfruttare in tal modo una minorenne. La sferzata funziona: l'impulsivo O' Hara si reca dallo zio Vernon, nell'intento di prendersi le proprie responsabilità nei riguardi di Stella. Qui viene a scoprire esterrefatto la terribile realtà che lo porta alla disperazione: Stella è sua figlia.
Valutazione Pastorale
nel film di Mike Newell ci sarebbero gli estremi per un dramma greco e per una catarsi esemplare. Invece il regista tratta la scottante materia col tono leggero della commedia, forse più attento ai retroscena umoristici di un teatro inglese di provincia e ai gusti accomodanti di un pubblico senza troppe pretese, che all'umana tragedia di un'adolescente profanata fin dalla nascita da una madre irresponsabile (di cui pure avverte, nello struggente immaginario, l'assenza), cresciuta nella melma di uno spaccato sociale all'insegna della devianza e del disfacimento, da cui nessuno l'aiuta a difendersi, abbandonata a sé stessa da sempre. Il lavoro, che avrebbe potuto essere per la nostra società egoistica e distratta salutare motivo di riflessione, è invece irritante per la superficialità con la quale affonda non senza compiacenza nella cloaca mefitica di un'umanità in disfacimento, con deplorevole spreco di talenti tecnici e di attori di tutto rispetto.