Orig.: Stati Uniti (1999) - Sogg.: tratto dal film "Gardé a vue" scritto da Claude Miller, Jean Herman, Michel Audiard sulla base del romanzo "Brainwash" di John Wainwright - Scenegg.: Tom Provost e W.Peter Iliff - Fotogr.(Panoramica/a colori): Peter Levy - Mus.: BT Music - Montagg.: John Smith - Dur.: 110' - Produz.: Lori McCreary, Anne Marie Gillen, Stephen Hopkins.
Interpreti e ruoli
Gene Hackman (Henry), Morgan Freeman (Victor), Monica Bellucci (Chantal), Thomas Jane (Owens)
Soggetto
A Portorico Henry, maturo avvocato di grande successo, ha trovato giorni prima in un parco il cadavere di Sue Ellen, una ragazzina di 13 anni. Quasi nello stesso periodo, una coetanea dodicenne, Pauline, é stata rinvenuta morta in una discarica. Una sera, mentre si sta recando ad una cena dove dovrà tenere un discorso, Henry riceve l'invito a presentarsi al commissariato. Qui c'é Victor, il poliziotto incaricato delle indagini, suo amico di vecchia data. Henry pensa ad un colloquio rapido, ma Victor non ha alcuna intenzione di lasciarlo andare: crede di aver trovato il movente dei delitti e comincia ad incalzare l'avvocato con domande sempre più circostanziate. Alcune riguardano il suo rapporto con Chantal, la bellissima moglie molto più giovane, che intanto lo aspetta alla cena. Messo alle strette, Henry confessa che lui e la moglie vivono e dormono ormai da tempo separati, che lui frequenta donne di strada di basso livello, che subisce il fascino delle giovani ragazze. Insospettita dal ritardo, Chantal arriva al commissariato e Victor la interroga sui rapporti tra Henry e la sorella di lei, che ha una figlia adolescente. Henry continua a proclamarsi innocente, cosicché Victor predispone una perquisizione nella sua casa. La visita sembra senza esito, ma Chantal fa trovare ai poliziotti numerose foto di bambine e giovani ragazze scattate dal marito. Allora Henry rinuncia a difendersi e ammette di essere il colpevole degli omicidi. Quando sta raccontando i fatti, arriva un agente e dice che il serial killer è stato preso: si tratta di uno squilibrato ben conosciuto. Henry é innocente, Victor lo lascia andare. Ma fuori si lanciano sguardi pieni di dubbi e interrogativi.
Valutazione Pastorale
Il punto di partenza é un romanzo inglese, da cui nel 1981 in Francia il regista Claude Miller trasse il film "Guardato a vista" con Lino Ventura, Michel Serrault, Romy Schneider. A questo film si ispira ora il 'remake' americano che sceglie una collocazione geografica del tutto diversa, il Portorico. Al posto di Lino Ventura c'é Morgan Freeman, in quello di Michel Serrault c'é Gene Hackman, mentre Romy Schneider é sostituita da Monica Bellucci. Identico é lo svolgimento, tutto in una notte, quasi per intero nell'ufficio del poliziotto, con numerosi flashback destinati a ricostruire i fatti. Siamo nell'ambito del 'giallo' più psicologico che d'azione: tutto si gioca sullo scontro verbale tra Victor e Henry. Uno scambio di sospetti, di reciproche accuse, una dialettica sempre più ad alta tensione tra verità e menzogna, tra ammissioni e dinieghi. Il regista è abile a diluire le emozioni, a scambiare le parti di imputato e accusatore tra Henry, Victor e anche Chantal. All'interno di una confezione professionalmente valida, emergono anche temi intereressanti: la ricerca del vero, la confusione tra oggettività e soggettività, il rischio di avere colpevoli prestabiliti. Nel finale si palesano alcuni evidenti limiti: manca un intreccio più sfaccettato e avvincente, che avrebbe fornito motivazioni psicologiche più forti ai protagonisti. Dal punto di vista pastorale, il film, sia pure con riserve per le situazioni che descrive, è da valutare come accettabile, e problematico nelle tematiche che propone. UTILIZZAZIONE: la storia si muove all'interno di atteggiamenti e dialoghi che toccano argomenti delicati. L'utilizzazione é da evitare per un pubblico di ragazzi e adolescenti.