UOMINI E TOPI

Valutazione
Inaccettabile, Negativo
Tematica
Genere
Drammatico
Regia
Gary Sinise
Durata
100'
Anno di uscita
1992
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
OF MICE AND MEN
Distribuzione
U.I.P.
Soggetto e Sceneggiatura
Horton Foote tratto dal romanzo "Of mice and men" di John Steinbeck
Musiche
Mark Isham
Montaggio
Robert L. Sinise

Sogg.: tratto dal romanzo "Of mice and men" di John Steinbeck - Scenegg.: Horton Foote - Fotogr.: (normale/a colori) Kenneth Mac Millan - Mus.: Mark Isham - Montagg.: Robert L. Sinise - Dur.: 100' - Produz.: Russ Smith, Gary Sinise

Interpreti e ruoli

John Malkovich (Lennie Small), Gary Sinise (George Milton), Casey Siemaszko (Curley), Ray Walston (Candy), Sherilyn Fenn (moglie di Curley), John Terry (Slim), Richard Riehle (Carlson), Joe Morton (Crooks), Noble Willingham

Soggetto

in California negli anni '30 (è l'epoca della Grande Depressione) circolano a piedi, o come abusivi sui treni-merci, due braccianti in perenne ricerca di lavoro: George Milton e Lennie Small, il loro è un sodalizio venato di pietà, poiché Lennie è un gigante semideficiente, che non riesce a controllare la sua forza, e per cui l'amico deve vigilare a che no crei guai. I guai invece si ripetono nel ranch di padron Tyler, dove l'arrogante figlio di costui (Curley, gelosissimo della procace moglie) si scontra subito con Lennie (e ne uscirà un giorno con una mano stritolata). I due braccianti lavorano duro, ma coltivano un sogno: risparmiare all'osso per comprarsi pochi acri di terreno e una vacca, e vivere così tranquilli in una semplice baracca. Lennie ha una predilezione per i conigli e già si vede occupato ad accudirli in mezzo a fasci di erba medica: intanto vezzeggia topini e un cucciolo, donatogli dal capo-squadra Slim, purtroppo stritolandoli a furia di carezze mortali. Il sogno cui partecipa il vecchio Candy, associatosi all'impresa con 350 dollari di risparmi sarà infranto. La moglie di Curley, provocante e vogliosa com'è, cercato Lennie in un fienile, lo stuzzica e lusinga. Il poveraccio si turba, quella si spaventa della forza di lui che ha preso a stringerla, grida impaurita e Lennie, impaurito a sua volta e non volendo farle male, finisce per lo spezzarle il collo. Il semideficiente fugge, il vecchio Candy scopre il cadavere della donna e, mentre Curley inferocito parte a cavallo con gli uomini del ranch per scovare e uccidere l'assassino, George a piedi va alla sua ricerca. Trovato Lennie e parlandogli quietamente del loro grande progetto la baracca, la terra e quei teneri conigli George spara alla testa dell'amico, per strapparlo ad un probabile linciaggio.

Valutazione Pastorale

il film prodotto, diretto e interpretato da Gary Sinise (recita nel ruolo di George) è di quelli che scontano l'origine letteraria, filtrata per di più attraverso un testo teatrale. Ha un precedente cinematografico ultracinquantennale (nell'altro film la strana coppia era affidata a Burgess Meredith ed a Lon Chaney Jr. sotto la regia di Lewis Milestone). È comunque un prodotto che per ambientazione e modi finisce con il risultare datato e un po' vecchiotto, per cui, malgrado il rispetto dovuto al testo di Steinbeck che all'epoca con "Uomini e topi" come con "Furore" fece chiasso non pone nel dovuto risalto (e poteva ben farlo) l'impatto sociale di denuncie fondamentali. Vi è un taglio imperiosamente teatrale, una certa lentezza narrativa, mentre lo stile è di marca verista. La vicenda del bruto innocente perché irresponsabile ed incontrollabile può interessare, ma non commuove mai. L'insolito rapporto di solidarietà fra i due il semideficiente ed il suo protettore tende all'avventuroso e se ne nutre, destinato alla delusione e qui risolto in brutale tragedia. D'accordo su qualche buona fotografia e sul colore (il ranch, il polverone rossastro, il duro lavoro dei braccianti) e sul patetisma del "sogno" (una baracca rifugio, con un po' di terra d'intorno e una nidiata di conigli a far felice il bambinone, assassino suo malgrado). Ma il punto nodale, che condiziona la valutazione sotto il profilo pastorale, arriva nell'episodio finale. La rivoltellata alla testa di Lennie per mano dell'amico non è accettabile. Alla vittima, George fa baluginare una volta ancora i brandelli di un miraggio rivelatosi impossibile, facendogli presentare la schiena mentre punta la pistola. George con ciò risparmia all'amico il probabile linciaggio, passando però dal ruolo di protettore a quello di giustiziere. Scena tristissima, per la quale parlare di pietà genera equivoci e sarebbe assolutamente errato.

Le altre valutazioni

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