“Foto di famiglia”: qual è il tuo sogno nel cassetto?

martedì 24 Ottobre 2023
Un articolo di: Eliana Ariola

“Foto di famiglia”, diretto da Ryôta Nakano, racconta la storia vera del fotografo giapponese Masashi Asada e della sua famiglia, dei suoi libri fotografici, per i quali ha vinto numerosi premi.

La storia. Gli Asada hanno tutti un sogno nel cassetto: il padre Akira (Mitsuru Hirata) avrebbe voluto fare il pompiere, la madre Junko (Jun Fubuki) si è sempre vista come la rispettata e temuta moglie di un gangster della Yazuca (un’organizzazione criminale tradizionale giapponese), il fratello Yukihiro (Satoshi Tsumabuk) s’immagina al volante di una macchina da corsa e il piccolo Masashi … Bè, lui non ha proprio idea di cosa vorrebbe fare. Almeno fino a quando il padre, per il suo dodicesimo compleanno, non gli regala una macchina fotografica. è l’inizio di una passione incontenibile. Masashi (Kazunari Ninomiya) comincia a fotografare la sua famiglia “costruendo” nelle foto le vite che avrebbero voluto, ma anche molte altre. Tanti scatti, tante vite che diventano, non senza intoppi, un libro di successo. Altre famiglie lo cercano per regalarsi sogni o fissare ricordi. Finché nel 2011 uno tsunami si abbatte sul Giappone e spariglia le carte. Il giovane si unisce a un giovane volontario che cerca le foto salvate dalle macerie delle case per ripulirle e restituirle ai sopravvissuti: preziosi, insperati, ricordi. In pochi mesi riusciranno a recuperarne 60.000.

Commovente, luminoso, delicato e buffo, “Foto di famiglia”, è una storia di solidarietà, ottimismo e affetti. Masashi, come molti giovani, fa fatica a trovare la sua strada, ma un paio di punti fermi li ha e sono il sostegno della sua famiglia e quello dell’amica d’infanzia, Wakana (Haru Kuroki). La giovane crede fermamente nel suo talento, lo incoraggia, lo aiuta, lo rimprovera e lo pungola quando sente che, di fronte alle difficoltà, vorrebbe arrendersi. Come non parteggiare per il buffo, gentile e sorridente Masashi? Ma come ignorare il suo continuo rimandare, la sua incapacità di prendere decisioni, di assumersi responsabilità? L’onda dello tzunami spazza via case e vite, ma spazza via anche dal cuore del giovane pigrizie, paure, alibi… Masashi non sta più dietro la macchina fotografica, non si mette più in posa, si mette in gioco. Costruito tra passato e presente con un uso sapiente e misurato del flashback, “Foto di famiglia” scorre veloce e avvincente fino al finale: un gran bel colpo di scena, che strappa una risata liberatoria. Bravissimi tutti gli interpreti! “Foto di famiglia” è consigliabile, poetico e adatto per dibattiti.

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