I film in sala dal 14 maggio 2015

mercoledì 20 Maggio 2015
Un articolo di: Redazione

È partita mercoledì 13 maggio 2015 la 68. edizione del Festival di Cannes, sotto la direzione artistica di Thierry Fremaux e con la Giuria internazionale guidata dai fratelli Joel ed Ethan Coen, registi statunitensi vincitori della Palma d’oro con Barton Fink – È successo a Hollywood nel 1991. Tra i titoli di maggiori spicco si ricordano il film d’apertura fuori concorso La tete haute di Emanuelle Bercot con Catherine Deneuve, Umimachi diary di Hirokazu Kore-Eda, che lo scorso anno ha commosso con il suo Father and Son, l’esordio alla regia di László Nemes con Saul Fia, una discesa negli inferi dell’Olocausto. Fuori concorso troviamo anche l’apocalittico Mad Max: Fury Road di George Miller con Tom Hardy e Charlize Theron e il nuovo film di Woody Allen, Irrational Man, con Joaquin Phoenix ed Emma Stone.

Grande attenzione a Cannes è però per tre opere italiane in concorso: i film Mia madre di Nanni Moretti e Il racconto dei racconti – Tale of Tales di Matteo Garrone, già in sala in Italia, nonché Youth – La giovinezza di Paolo Sorrentino, che sarà presentato a Cannes il 20 maggio e in contemporanea nelle nostre sale. 

In Mia madre, Moretti affronta la storia di Margherita (Margherita Buy), regista al lavoro sul suo nuovo film, incentrato sulla crisi del lavoro e con protagonista un noto attore americano (John Turturro). Ai non pochi problemi sul set si aggiungono quelli derivanti dalla situazione dell’anziana mamma (Giulia Lazzarini), ricoverata in ospedale per gravi problemi di salute. Dopo la Palma d’oro con La stanza del figlio nel 2001, il regista romano torna a indagare le relazioni familiari. Al di là della riflessione sulla professione del regista e in generale sul mondo dello spettacolo, il tema centrale della narrazione è indubbiamente la famiglia, l’elaborazione della morte della propria madre. Il film si rivela un inno al superamento delle perdite e al cinema, che ne è l’esempio probante: sempre finito e sempre morto, sempre capace di riemergere. Film intenso e stratificato, dopo il quale il silenzio non sarà più per Moretti una scusa plausibile. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

L’opera Il racconto dei racconti – Tale of Tales di Matteo Garrone è invece tratta da Lo Cunto de li Cunti di Giambattista Basile, una raccolta di fiabe in lingua napoletana del ‘600. Si tratta di una scelta insolita e azzardata, una scommessa nella quale il regista rovescia il rapporto tra reale e invenzione, mettendo in primo piano l’invenzione e lavorando sulla metafora per toccare un maggiore coinvolgimento. Calando le storie in scenari paesaggistici di sogno e incorniciandoli in contesti pittorici di forte fascino, il film scava nell’immaginario popolare ma non raggiunge afflato onirico né dipinge scenari poetici. Anzi resta sostanzialmente freddo, neutro, lontano da una modernità solo ipotizzata. Ma forse questa indifferenza era proprio il risultato che l’autore voleva ottenere. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile/problematico e adatto per dibattiti.

Sempre in sala, Mad Max: Fury Road di George Miller, quarto appuntamento con la saga nata tra gli anni ’70 e ’80 con Mel Gibson. Cambiano i personaggi, ma lo scenario narrativo rimane quello di un futuro apocalittico. A voler sintetizzare, questo Mad Max è un film “on the road”, un unico, interminabile rettilineo sul quale le pedine in campo si scambiano le posizioni sul filo del rasoio della catastrofe e della distruzione reciproca. Miller mette in campo una regia solida, robusta, la capacità di misurarsi col western, con il fantasy, con la fantascienza, spaccando i confini dell’archetipo e del favolistico e lacerando a brandelli ogni barlume di umanità, con brividi di sentimenti solo accennati. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso e problematico.

 


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