I film in sala dal 19 febbraio 2015

venerdì 20 Febbraio 2015
Un articolo di: Redazione

 

Approda finalmente in sala dal 19 febbraio 2015 il film Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza (En duva satt på en gren och funderade på tillvaron), commedia amara diretta dal regista svedese Roy Andersson, Leone d’oro alla 71. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia. Il film è un mosaico di micro storie, ben 39 quadretti che si snodano tra le strade di Stoccolma che rappresentano i tasselli di uno sguardo affilato e corrosivo gettato su una vita quotidiana sospesa tra reazione e rassegnazione. Il pessimismo insito in una cultura nordeuropea inesorabilmente segnata da Bergman cerca di affidarsi a spunti umoristici beffardi e cinici, incorniciati da un freddo distacco, da una neutra lontananza. Nel cromatismo variegato del fotogramma, nel tragicomico rincorrersi di frasi appena accennate, nel succedersi irruento di vita e di morte, di guerra e di pace, di dolore e di felicità, la parabola dei protagonisti è quella di tutti noi, ombre vaganti nel mistero. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.

Altra commedia, ma di matrice hollywoodiana, è Mortdecai di David Koepp, che prende le mosse dal romanzo omonimo di Kyril Bonfiglioli (edito in Italia da Piemme), che punta su un cast all star: Johnny Depp, Gwyneth Paltrow, Ewan McGregor, Olivia Munn, Paul Bettany e Jeff Goldblum. È la storia di un nobile inglese sull’orlo del fallimento che accetta di collaborare con i servizi segreti inglesi per recuperare opere d’arte trafugate. Buone le intenzioni e la confezione, ma siamo distanti dalla comicità brillante e raffinata alla Peter Sellers. 

Dopo Svezia e USA, ecco una variazione sulla commedia dall’Italia: Edoardo Leo firma la sua terza regia con Noi e la Giulia, tratto dal romanzo Giulia 1300 e altri miracoli di Fabio Bartolomei (Edito da E/O, coll. Dal mondo). Un gruppo di amici prova ad aprire un agriturismo in una zona dominata dalla malavita: è l’inizio di una serie di (dis)avventure semiserie. Con un cast convincente – Luca Argentero, Edoardo Leo,  Stefano Fresi, Claudio Amendola, Anna Foglietta, Carlo Buccirosso – e un registro narrativo frizzante, il racconto evidenzia le difficoltà di un gruppo di quarantenni in cerca di riscatto professionale e sociale. Edoardo Leo si conferma un buon talento per il cinema italiano.

Nel segno del thriller è invece il film Il segreto del suo volto (Phoenix) di Christian Petzold, tratto dal romanzo Le ceneri della defunta di Hubert Monteilhet (edito in Italia da Feltrinelli). Ambientata nella Germania al crollo del nazismo, è la storia di Nelly Lenz una sopravvissuta ad Auschwitz, intenzionata a riprendere in mano la sua vita, il proprio matrimonio. In concorso al 9. Festival Internazionale del Film di Roma (2014), il thriller di Petzold si rivela capace di fondere bene suggestioni di genere, di suspense, con una pagina drammatica della storia della Germania.  Il film è consigliabile, problematico e adatto per dibattiti. 

Tra horror e fantasy, ecco altre due proposte da Hollywood: La piramide (The Pyramid) di Grégory Levasseur e Il settimo figlio (Seventh Son) di Sergej Bodrov, quest’ultimo con un cast importante – Jeff Bridges, Ben Barnes, Julianne Moore – ma dall’esito incerto. 

Ancora, due documentari degni di nota: il curioso Advanced Style – Le signore dello stile di Lina Plioplyte, un film che racconta la moda ma ache il cambiamento della bellezza con il passare degli anni; e il suggestivo Life itself di Steve James, sulla vita del celebre critico americano Rogert Ebert, Premio Pulitzer nel 1975, morto prematuramente nel 2013 dopo una lunga malattia. Immagini preziose, anche toccanti, punteggiano il lavoro, passaggi di un dolore profondo sopportato con un sorriso. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.


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