Il cinema in campo per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2023

giovedì 19 Gennaio 2023
Un articolo di: Sergio Perugini

“Imparate a fare il bene, cercate la giustizia” (Isaia, 1,17), è il filo rosso della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2023, dal 18 al 25 gennaio; il tema è stato scelto da un gruppo locale degli Stati Uniti convocato dal Consiglio delle chiese del Minnesota. Ad animare il percorso di riflessione teologico-pastorale, che per la CEI è promosso dall’Ufficio Nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso (Unedi), accanto al Sussidio preparato dal Centro Pro Unione, troviamo il cinema con delle proposte di visione preparate – attraverso delle apposite schede di approfondimento nella formula del web-doc – sia dalla Commissione nazionale valutazione film della CEI che dalla Fondazione Ente dello Spettacolo.
Due i film scelti dalla Commissione film CEI: il legal drama di matrice storica “Argentina, 1985” (2022) di Santiago Mitre con Ricardo Darín e il dramma sociale “Un altro mondo” (“Un autre monde”) di Stéphane Brizé con Vincent Lindon.
Il primo titolo, “Argentina, 1985”, è stato in Concorso alla 79a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia (2022), dove ha ottenuto la menzione speciale del Premio internazionale SIGNIS e successivamente si è aggiudicato il Golden Globe (2023) come miglior film internazionale, ponendosi così in prima fila nella corsa agli Oscar 2023. L’opera di Mitre affronta il difficile processo pubblico che portò alla condanna dei vertici militati durante la dittatura del generale Jorge Rafael Videla per le atrocità commesse ai danni della popolazione, la piaga dei desaparecidos; un processo che sancì di fatto l’inizio della democrazia in Argentina. Un racconto che mette a tema il valore della memoria, della giustizia e della testimonianza civile.
Il film francese “Un altro mondo” di Brizé è stato presentato in Concorso alla 78a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia (2021), dove ha ottenuto il Premio internazionale SIGNIS; l’opera chiude idealmente la trilogia cinematografica del regista iniziata con “La legge del mercato” (2015) e “En guerre” (2018), affreschi dell’odierna condizione lavorativa in Francia e in Europa tutta, sempre più malata di precarietà e di erosione dei diritti fondamentali. Accanto a Ken Loach e ai fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne, Brizé si è guadagnato meritatamente un posto in prima linea nel cinema di impegno civile di matrice europea, attento a raccontare la condizione degli ultimi sul posto di lavoro.
Ancora, la Fondazione Ente dello Spettacolo ha valorizzato il film “Selma” (2014) della regista Ava DuVernay, opera che rievoca la storica marcia che il 7 marzo 1965 portò migliaia di manifestanti afroamericani in pellegrinaggio dalla cittadina dell’Alabama alla capitale dello Stato, Montgomery (partirono in otto mila, arrivarono in venticinque mila). La DuVernay, esponente di punta del cinema black statunitense sulla scia di maestri come Spike Lee, con questo film è stata la prima donna afroamericana ad essere nominata per il Golden Globe come miglior regista e per l’Oscar al miglior film. Il suo è un lavoro di ricostruzione minuziosa, non tanto rispetto al dato, quanto nel riuscire a captare il sentimento del tempo e le atmosfere.

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