IL VIAGGIO DI FANNY

lunedì 16 Gennaio 2017
Un articolo di: Redazione

Giudizio: Consigliabile/problematico/dibattiti *

Tematiche: Adolescenza; Bambini; Famiglia – genitori figli; Guerra; Razzismo; Storia;  

Soggetto: La tredicenne Fanny Ben Ami e le sue sorelle sono affidate dai genitori ad una delle colonie francesi destinate a proteggere i minori dai rischi della guerra. Conoscono altri coetanei e, quando i pericoli dei rastrellamenti nazisti si fanno più intensi, sono costretti alla fuga. Fanny assume il ruolo di guida del gruppo…

Valutazione Pastorale: E’ stata la produttrice Saga Blachard ad individuare il romanzo da cui è tratto il film. L’autrice de “Il viaggio di Fanny”, Fanny Ben Ami, vive oggi a Tel Aviv e Lola Doillon ha voluto incontrarla per conoscere meglio la storia dei genitori e delle due sorelline. Acquista credibilità la frase, a dire il vero ormai un po’ abusata, “tratto da una storia vera”. Il senso della realtà è dentro ogni passaggio della storia, insieme ad un taglio narrativo di crescente paura e disagio. Anche laddove, per completezza di informazione, il copione è stato allargato alla presenza di personaggi della Resistenza, la regia riesce a non forzare mai il tono oltre il necessario: mostrando ogni passaggio come compiuto dai bambini stessi. Una storia, come si dice, girata ad ‘altezza di bambino’, ossia avendo ben presenti le psicologie dei piccoli e le loro reazioni davanti a pericoli che trascendono la loro età. Lungo questo percorso che mette in evidenza paura, timori, tremori, che Fanny è chiamata ad attutire facendo ricorso a coraggio e volontà, si muove la storia spinta opportunamente anche sul versante dell’avventura: così infatti,i ragazzini vivono ciò che accade filtrato dalle loro reazioni infantili. Il risultato è un insieme di realtà e finzione azzeccato e pertinente. Il climax finale con il gruppetto che corre a perdifiato verso il confine svizzero si scioglie in un respiro forte e profondo. Giusta conclusione (una sorta di lieto fine) che non stona e manda i piccoli spettatori a casa con un sollievo e un segnale di speranza. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e, dopo i due giorni di uscita il 26-27 gennaio, da proporre in molte occasioni per ricordare la giornata della Memoria, anche a livello scolastico e didattico.


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