La Commissione Nazionale Valutazione Film della CEI, con il suo Presidente don Davide Milani, desidera ricordare in occasione della sua scomparsa mons. Francesco Ceriotti (21 aprile 1921 – 5 novembre 2016), storico direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali della CEI, punto di riferimento in campo cinematografico a livello nazionale così come per la diocesi di Milano, raccogliendo l’eredità di don Giuseppe Gaffuri. 

 

“Don Francesco – ha sottolineato mons. Dario Edoardo Viganò, Prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede– ha vissuto gli anni del grande impegno della Chiesa nel mondo del cinema con lo sviluppo, negli anni Sessanta, delle sale cattoliche, cercando di muoversi anche nel dedalo complesso e difficile della distribuzione. Uomo sereno, che nulla desiderava per sé, capace di relativizzare e d’ironizzare sulle situazioni. Attento e discreto, premuroso”.

 

Dal 1976 don Francesco Ceriotti diviene la guida a Roma per una ventina di anni della comunicazione della Chiesa italiana, promuovendo anche la crescita dell’Agenzia SIR – Servizio Informazione Religiosa, Tv2000, Radio InBlu, Fondazione Ente dello Spettacolo, Commissione Nazionale Valutazione Film e Fondazione Comunicazione e Cultura della CEI.

 

“Non ha mai smesso di coltivare progetti – dichiara don Ivan Maffeis, Sottogretario della CEI e Direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali – e di spendersi per vederli realizzati. Sapendo quanta storia era custodita dietro i suoi occhi chiari, gli avevo assicurato un posto in ufficio, proponendogli di scriverla. Restano appunti, pagine legate alla nascita dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni e all’impegno in Avvenire, Sir, Tv2000, Radio inBlu, Corallo, Ente dello Spettacolo. Resta l’indicazione per i nostri media a non procedere in ordine sparso, ma a tendere all’integrazione e alla sinergia: percorso unitario di una Chiesa che conosce l’importanza di prendere parola nella piazza degli uomini e, insieme, di farlo con l’attenzione ad ascoltare e promuovere i linguaggi dei diversi territori nei quali vive”.

 

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