“Un altro ferragosto”. Paolo Virzì: “Film sul passare del tempo e sulla morte”

lunedì 4 Marzo 2024
Un articolo di: Sergio Perugini

Cnvf-Sir. “Un film sul passare del tempo e sulla morte, di cui però non si deve aver paura, perché fa parte della vita; ma è anche un film sull’amore, sulla nascita e sui legami”. Sono le parole del regista Paolo Virzì nel presentare a Roma, nel giorno del suo 60° compleanno, “Un altro ferragosto”, atteso seguito dopo quasi trent’anni di “Ferie d’agosto” (1995). Scritto insieme a Carlo Virzì e Francesco Bruni, il film riunisce quasi tutto il cast originario, di cui sono capofila Silvio Orlando, Sabrina Ferilli, Laura Morante e Paola Tiziana Cruciani, insieme a nuovi ingressi come Christian De Sica, Vinicio Marchioni, Andrea Carpenzano, Anna Ferraioli Ravel ed Emanuela Fanelli. Prodotto da Lotus – Leone Film Group e Rai Cinema, “Un altro ferragosto” sarà nelle sale dal 7 marzo in più di 400 copie con 01 Distribution.


“Tanti i motivi – ha raccontato Virzì – che mi hanno portato finalmente a girare questo seguito. Lo avevo promesso a suo tempo a Piero Natoli. Nell’estate del 2021, poi, mi sono trovato a Bologna per la proiezione del restauro di ‘Ferie d’agosto’ e in tanti quella sera mi hanno domandato del perché non avessi voluto girare ancora il seguito. In quello stesso periodo, mi era capitato di sognare i confinati di Ventotene, compresi Arturo Spinelli e Sandro Pertini. Era un sogno in bianco e nero, e insieme a loro c’erano anche i miei amici scomparsi Piero Natoli ed Ennio Fantastichini. E proprio Piero mi diceva: ‘E non fare il prezioso, ti stiamo aspettando’. Allora mi sono deciso”.
“Nel 1995 – ha indicato sempre il regista – ‘Ferie d’agosto’ era il mio secondo film e confesso che era girato ‘male’, perché ero maggiormente interessato ai personaggi, attento alle loro vicende, tra sconsolatezza e desiderio di felicità. Ora che ho imparato qualcosina della grammatica cinematografica, in ‘Un altro ferragosto’ si avverte maggiormente la presenza dell’isola di Ventotene, della sua storia passata, con quello che significa: lì si è generata l’idea fondativa della convivenza civile del Dopoguerra. L’isola è diventata uno dei protagonisti, soprattutto in un momento in cui riesplodono guerre, nazionalismi e la democrazia è in crisi”.


Nell’incontro stampa Sabrina Ferilli ha dichiarato: “Il personaggio che ritrovo, Marisa, è malinconica. A ben vedere tutte le donne del film sono segnate da malinconia, ma non sono mai delle vinte. I personaggi sono in generale pieni di colore, hanno materia umana”. Le fa eco Christian De Sica: “Ho accettato di corsa questo film con Paolo Virzì, un fiore all’occhiello della mia carriera. Confesso che, dopo mio padre, Paolo è stato il regista che mi diceva all’orecchio cosa fare, quando esageravo oppure quando non recitare affatto. Mi sono sentito molto protetto. E poi con Sabrina, con cui condividevo le scene, è stata una festa. È mia sorella”.
Emanuela Fanelli, tra i nuovi interpreti, ha rimarcato: “La mia Daniela all’inizio ha un’espressione da sfinge, non cela mai il suo malcontento. Alla fine, però, manifesta un dolore profondo, che intercetta il senso del film, di tutti personaggi: una grande solitudine e mancanza d’amore”.

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