Proposta numero sei per l’Anno della Fede

lunedì 22 Aprile 2013
Un articolo di: Redazione

Per il sesto appuntamento con l’Anno della Fdede, proponiamo la (ri)lettura di Dio ha bisogno degli uomini, prodotto nel 1950 e diretto da Jean Delannoy. Si tratta di un film che, fin dalla sua uscita, colpì molto per l’originalità e il forte realismo del soggetto. Ispirandosi al romanzo “Un recteur de l’ile de Sein”, gli sceneggiatori Jean Aurence e Pierre Bost scrivono la vicenda degli abitanti dell’isola di Sein, al largo della Bretagna. Si tratta di una piccola comunità selvaggia e ribelle, dedita al banditismo verso chi arriva lungo le coste, con una insistita attitudine al peccato e tuttavia profondamente religiosa, una religiosità più formale che morale. Quando il curato, deluso e esasperato, se ne va, il sacrestano Thomas ritiene giusto assecondare il volere della comunità e prova a svolgere le funzioni sacerdotali. Il nodo etico/spirituale che si mette in moto da quel momento è affidato ad una dialettica drammatica tanto semplice quanto asciutta e profonda. La religione arcaica, il bisogno di una guida, la necessità di una vera autorità e il contrasto obbedienza/ribellione sono tutto temi che non possono non suscitare l’attenzione delle comunità contemporanee. Presentato al Festival di Venezia 1950, il film vi ottiene il Premio OCIC. Al momento dell’uscita nelle sale italiane, il Centro Cattolico Cinematografico scrive nella scheda:
“Dal punto di vista artistico e tecnico, il lavoro ha pregi non comuni. La regia ha impresso al film un ritmo avvincente, efficacissima l’interpretazione del Fresnay; ottima la fotografia.
Il film presenta un dramma d’esseri primitivi e quasi selvaggi, la cui religiosità si basa, più che su una fede illuminata, sulla esigenza del rito religioso. La tesi peraltro risolve in senso positivo, tuttavia l’argomento trattato e alcune situazioni delicate inducono a riservare la visione del film agli adulti.” (Segnalazioni Cinematografiche, vol. XXIX, disp. 15 – 1951).
Va ricordato che il film è stato proposto nell’ambito del Tertio Millennio Film Fest (Roma,7 dicembre 2012) nella copia restaurata a cura dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia (ASAC) e in collaborazione con il laboratoro L’immagine ritrovata di Bologna.


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