Proposta numero undici per l’anno della Fede

giovedì 11 Luglio 2013
Un articolo di: Redazione

“Jesus Christ Superstar” esce negli Stati Uniti il 15 agosto 1973. Tocca il traguardo dei quaranta anni il film tratto dal musical andato in scena a  Broadwaay nel 1971, a Londra nel 1972 e diventato film com la regia di Norman Jewison.  Un film che ha lasciato un segno profondo nel modo di intendere il musical e più ampiamente nel cinema di ispirazione religiosa. Aspre polemiche in quegli anni in Italia: l’assenza nel copione della Redenzione, un clima hyppie troppo sottolineato e ammiccante, un Gesù uomo carico di incertezze. Torna allora opportuno riprendere la scheda preparata in quella occasione dalla Commissione Nazionale per la Revisione dei Film.

VALUTAZIONE PASTORALE:  Prescindendo dalla sua particolare forma, questa pellicola potrebbe scandalizzare per il modo sbrigliato di riferirsi alla teologia e per il disegno aggressivo e apparentemente irriverente del Redentore e delle altre figure evangeliche. E’ indispensabile, per una obiettiva valutazione, analizzarla tenendo conto della sua particolare configurazione artistica: un moderno dramma musicale che si esprime con tutti i mezzi propri del linguaggio teatrale  e cinematografico. (…) Ricavata dall’insieme dell’opera, la figura di Cristo non vuole essere, e non è, nè quella della Storia, nè quella dei Vangeli: è invece la figura umana e fortemente contrastata che gli autori raccolgono nel contesto dell’umanità odierna variamente rappresentata, anche se con preferenza per quella giovanile. (…) In definitiva, gli autori -rivolgenosi più al cuore degli spettatori che alla loro mente- invitano a  contemplare il Cristo; a meditare sul fatto del suo permanere perenne, sul suo suscitare entusiasmi e ripulse, lasciando poi a ciascuno il trarne giudizi e deduzioni pratiche di cui neppure propongono le direzioni. Un tale fisionomia di spettacolo-fantasia- religiosa è esaltante e stimolante, anche per la ricchezza artistica del lavoro;  merita perciò una raccomandazione, ma esige tuttavia un accostamento avveduto e cosciente.

  II; raccomandabile/difficile    (Segnalazioni CInematografiche, vol.LXXVI, 1974, pag. 207).

 

 

 

 

  


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