Nato nel 1943, Terrence Malik è stato a lungo regista misterioso e inafferrabile, tanto più affascinante quanto più la sua attività si svolgeva attraverso ritmi molto dilatati nel tempo. Esordiente nel 1973 con “La rabbia giovane”, fa passare cinque anni prima di ripetersi con  “I giorni del cielo” (1978). Poi un baratro. Sparisce, o quasi, introvabile e invisibile. Devono trascorrere venti anni prima di avere sue notizie dietro la m.d.p. E’ del 1998 infaffti “La sottile linea rossa”. Cui fanno seguito “The New World – Il mondo nuovo” nel 2005, e “The tree of life”, 2011, Palma d’Oro al Festiva di Cannes di quell’anno. Il suo film più recente , dal titolo “To the Wonder”, è stato presentato in concorso alla 69^ Mostra di Venezia. In quella occasione ha ricevuto il Premio SIGNIS. Si tratta, va ricordato, del premio più antico, assegnato al Lido con continuità a partire dal dopoguerra, prima denominato OCIC  (Organisation Catholique du Cinema). In data 8 settembre 2012  la Giuria, composta da Gustavo Andujar, Presidente, Massimo Giraldi, Segretario, Arianna Prevedello,  Mario Tapia, Edward Siebert SJ, ha assegnato il premio al film di Malik con la seguente motivazione:

   ” Ricco e poetico nella narrazione, TO THE WONDER è un film di assoluta originalità che celebra il mistero della bellezza, della verità e dell’amore. E’ una storia di uomini e di donne che attraversano la vita con passione intensa. Al contempo, le loro emozioni li gettano in una condizione di abbandono e di disperazione, rendendoli consapevoli dei loro limiti e fragilità. Le loro esperienze esprimono il significato universale delle gioie e dei dolori della vita. La ricca messa in scena, la regia solida e l’uso della luce uniti agli elementi del divino e dell’umano del racconto creano un’atmosfera sacramentale che rivela il dono di Dio come amore incondizionato”.

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