Tra atmosfere magiche e temi familiari, “Il mistero della casa del tempo”

lunedì 5 Novembre 2018
Un articolo di: Redazione Cnvf

“Il mistero della casa del tempo”
È tratto dal romanzo per ragazzi “The House with the Clock in its Walls” – in Italia uscito con il titolo “La pendola magica” –, il primo di dodici volumi scritti tra il 1973 e il 2008 da John Bellairs (in verità metà dei romanzi è stata firmata da Brad Strickland, dopo la morte di Bellairs nel 1991). A questa avventura fantastica di taglio educational il regista Eli Roth ha impresso un risvolto da brivido. Classe 1972, Roth si è imposto negli anni come regista, sceneggiatore, attore e produttore; il genere di riferimento è l’horror e tra i suoi titoli più noti si ricordano “Hostel” (2005), “Hostel 2” (2007) e il più recente “Knock Knock” (2015). Prendendo in mano il lavoro di Bellairs, sceneggiato da Eric Kripke, Roth da un lato ha cercato di disegnare visivamente un mondo di magia impreziosito da inserti comico-ironici, dall’altro ha recuperato la sua cifra da maestro del brivido per accostarlo al mondo dei ragazzi. Lo stesso regista ha infatti dichiarato: “Penso che ci si possa divertire e spaventare allo stesso tempo. Film come ‘Gremlins’ ed ‘E.T.’ lo hanno dimostrato”. La storia: un bambino di 10 anni rimane orfano e si trasferisce dallo zio materno, Jonathan, nell’America degli anni ’50. Una casa ammantata di mistero e magia…
Una grande fantasia – commenta dalla Festa del Cinema di Roma Massimo Giraldi, presidente della Commissione nazionale valutazione film Cei – è quella che regala il regista Roth, dimostrandosi a proprio agio non solo nei meccanismi classici dei film di genere, ma anche nella capacità di costruire storie per tutti i tipi di pubblico, dai bambini agli adulti. Suggestiva è la confezione, con scenografie fantastiche ma verosimili, che regalano un coinvolgimento bello e ricco d’atmosfera”.
“Un thriller a misura di bambino – sottolinea Sergio Perugini, segretario Cnvf– dove al di là della cornice fantasy è possibile ritrovare temi importanti come il bisogno di famiglia, il rapporto padre-figlio (qui esplicitato con lo zio Jonathan, un irresistibile e assai bravo Jack Black), il desiderio di essere compresi e perdonati. Un fuoco d’artificio per l’occhio, ma anche una bella storia da vivere con emozioni e divertimento. Da sottolineare anche la sempre talentuosa e mai ripetitiva Cate Blanchett”.

Valutazione Pastorale
A partire dal film d’esordio “Cabin fever” (2002), e poi con i seguiti “Hostel” e “Knock Knock” (2013), Eli Roth si è imposto all’attenzione come regista legato al genere horror. Al momento di confrontarsi con questa sua nuova prova, Roth non cambia ambito ma modifica l’impianto narrativo. Il punto di partenza è infatti il romanzo omonimo scritto da John Bellairs, autore di una serie di ben dodici volumi sullo stesso argomento. Qui siamo nel primo, scritto all’inizio degli anni Settanta. Va detto che Bellairs è venuto a mancare nel 1991 e la sua opera è stata completata da Brad Strickland. Il mondo che il giovane Lewis incontra nella casa è fatto di oggetti strani e imprevedibili, zucche, poltrone, strumenti. La scoperta da parte di Lewis che lo zio Jonathan e la sua migliore amica, Sig.ra Zinnemann, sono in realtà due potenti maghi inclina il copione sul versante della fiaba. In questa atmosfera mista tra fantasia e paura, si toccano temi non secondari, quali la famiglia, la crescita verso l’età adulta, la scoperta degli affetti importanti. Così il film, pur restando nel genere, è in grado di diventare spettacolo per tutti, grandi e piccoli, con arguzia e intelligenza. Dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile e brillante.

Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinarie e in molte successive occasioni, come proposta adatta per tutta la famiglia anche in ottica educational.

Il mistero della casa del tempo

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