Se guardiamo alla nazionalità del regista, l’Oscar 2015 aveva poca voglia di spostarsi ed è infine rimasto In Messico. Da “Gravity” di Alfonso Cuaron a “Birdman” di Alejandro Gonzalez Inarritu. Ma il paese di origine è una cosa, il progetto produttivo un’altra, spesso del tutto diversa. Al pari di “Gravity” che si svolgeva negli spazi, un altro viaggio assedia il protagonista di “Birdman” : e il luogo è forse meno estraneo (la Terra) ma ugualmente misterioso (New York), altrettanto pauroso (il cinema, il teatro), di sicuro imperscrutabile (la finzione, la realtà). Sono i luoghi che Inarritu aggredisce con rabbia, senza sconti nè compromessi. Giusti i quattro Oscar ricevuti, che tuttavia decretano subito il grande sconfitto: Clint Eastwood e il suo “American Sniper”. Il verdetto ha qualcosa di politico, ingenera il sospetto che non si sia voluto disturbare un Obama ormai sul finale del proprio mandato alla Casa Bianca. E che abbia prevalso l’idea che ci sia in quel film troppa guerra, troppe armi, troppe atmosfere virili. Un John Wayne da tenere ancora ai margini.
Migliore attore protagonista : Eddie Redmayne per “La teoria del tutto”
Migliore attrice protagonista: Julianne Moore per “Still Alice”
Migliore attore non protagonista: J.K. Simmons per “Whiplash”
Migliore attrice non protagonista: Patricia Arquette per “Boyhood”
Miglior film straniero: Ida (Polonia).
Allegati