BAROCCO

Valutazione
Inaccettabile, Scabroso
Tematica
Genere
Commedia
Regia
Claudio Sestieri
Durata
99'
Anno di uscita
1991
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
BAROCCO
Distribuzione
Istituto Luce, Italnoleggio Cinematografico
Soggetto e Sceneggiatura
Claudio Sestieri, Antonella Barone Claudio Sestieri
Musiche
Luigi Ciccarelli
Montaggio
Simona Paggi

Sogg.: Claudio Sestieri - Scenegg.: Claudio Sestieri, Antonella Barone - Fotogr.: (panoramica/a colori) Raffaele Mertes - Mus.: Luigi Ciccarelli - Montagg.: Simona Paggi - Dur.: 99' - Produz.: Globe Films, P.F.A. Films

Interpreti e ruoli

Cristina Marsillach (Valeria), Massimo Venturiello (Attilio), Davide Bechini (David), Matteo Gazzolo (Marco), Agnese Nano (Marcella), Eliana Miglio (Agnese), Branca De Camargo (Branca), Matteo Bellina, Carlo Lizzani, Ottavia Piccolo

Soggetto

in un alloggio sito nella vecchia Roma, la giovane studentessa straniera Valeria fa precipitosamente le valigie: è decisa a lasciare il suo compagno Luca, che conduce una rubrica culturale presso una trasmittente. È un addio per sempre e Valeria trova rifugio presso una coppia gay (David concertista di arciliuto e Marco), che abitano nei paraggi, poi incontra Attilio, un architetto specializzatosi nella video-arte amante di Sandra Flores, sua insegnante di storia dell'arte. Durante un lungo week-end non lontano dal Circeo, Valeria accetta il corteggiamento dello stesso Attilio, sempre però nel ricordo di Luca, che continua a cercarla, con domande e messaggi. registrati dalla segretaria telefonica, sul perché di quell'abbandono. Isolata in una città che ora le appare ostile, rallegrata da amicizie insolite e bizzarre, illudendosi di una riconquistata libertà, Valeria finisce tuttavia con il ritornare da Terracina a Roma. Chiama più volte al telefono Luca. riattaccando sempre, infine gli parla, rientrando nella vecchia casa. E qui Luca la ritrova ad attenderlo per ricominciare.

Valutazione Pastorale

il film di Claudio Sestieri è tutto un ondeggiare fra la confusione e l'inconsistenza, tra l'inquietudine della giovane straniera e la ossessionante "presenza" della segreteria telefonica. L'ansia di colloquio di Luca si traduce in soliloqui pretenziosi e narcisistici e, di poi, in sproloqui: una alluvione, una slavina di chiacchiere e filamenti verbali, di pseudo-massime e di interrogativi esistenziali, tutto per riconquistare e intontire la straniera. Su questa innocente segreteria gremita di messaggi fumosi e faciloni, si basano l'uggia di Valeria, la sua fuga e la sua ricerca, nonché un mosaico di gente bislacca e vacua, purtroppo giovane, priva di valori validi e sinceri. È la genìa fasulla che di giorno e di notte circola nella Capitale, pronta al chiacchiericcio su tutto (dal neo-neorealismo all'ecologia, dal postmodemo in arte al sociologismo d'accatto). Una vera frana sul piano delle idee, il vuoto più desolante quanto a sentimenti e affetti. L'evasione-ricerca di Valeria dura poco: lei torna a casa e l'imbonimento culturale di Luca riprenderà più tambureggiante che mai. Il film è un coacervo di momenti ed eventi inconsistenti, di reperti futili e di bla-bla a prova di smentita, anche se si intuisce che la sua scrittura tenta di affondare le proprie radici in un retroterra colto, qui dilapidato e sprecato in schegge pretenziose e scontate. Par di capire che la insofferenza e la ricerca di Valeria - come quella della gente che le è vicina - corra in parallelo sia con l'assunto del rapporto arte-vita, sia con la emblematizzazione dell'esperimento, dello stato di crisi, della frammentarietà e delle frange capricciose, che il Barocco come stile starebbe ad esprimere e a far luccicare. Tesi azzardosa e arcidubbia: quasi che ogni capolavoro considerato invece e definito come "classico" non abbia implicato esso pure una ricerca. Diciamo, se mai che il Barocco fa sempre spettacolo, che lo fa con estro possente e da gran signore. Interpretazione di calibro scarso (Cristina Marsillac) o nullo (compresa la partecipazione di un uomo di cinema, tanto "amichevole", quanto sbiadita). Decisamente brutto e volgare l'episodio del lettone dei due omosex, fra i quali si insinua con cordiale simpatia Valeria, che, riuscendo a recuperarne uno, provoca nell'altro una gelosia furente.

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